Ad ottobre, lo stato di salute del settore manifatturiero italiano è variato di poco, con la produzione che è tornata a crescere e la tendenza al ribasso dei nuovi ordini ha perso slancio ed è risultata complessivamente solo lieve. Le aziende manifatturiere hanno sono risultate le più ottimiste oltre un anno. Attestandosi ad ottobre a 49.9, l’Indice Hcob Pmi sul settore manifatturiero italiano, un valore composito a una cifra della performance manifatturiera derivato dagli indicatori relativi ai nuovi ordini, alla produzione, all’occupazione, ai tempi di consegna dei fornitori e alle scorte di acquisti, si è avvicinato alla soglia di stabilizzazione di 50.0. Sebbene sia ancora appena in contrazione, l’ultimo dato rappresenta un miglioramento rispetto al 49,0 di settembre.
Il valore principale è stato indicativo di tendenze contrastanti, con la crescita della produzione e l’allungamento dei tempi di consegna dei fornitori (tipicamente associati a una maggiore attività della catena di fornitura) che hanno superato l’indice dei nuovi ordini, dell’occupazione e scorte di acquisto che hanno riportato valori in contrazione.
Ad ottobre, le condizioni della domanda nel settore manifatturiero italiano sono rimaste contenute. Sia i nuovi ordini totali che quelli esteri sono calati, sebbene i primi siano calati solo leggermente. Le aziende campione hanno attribuito la debolezza all’incertezza macroeconomica e a un minore interesse in particolare da parte dei clienti in Francia e Germania.
Ad inizio dell’ultimo trimestre, malgrado il calo dei nuovi ordini, la produzione ha registrato un leggero aumento che, secondo quanto riferito, è stato determinato dall’acquisizione di nuovi clienti e, in alcuni casi, dall’aumento delle vendite.
Le aziende manifatturiere italiane hanno ridotto i loro acquisti e hanno riportato di avere sufficienti scorte per soddisfare il fabbisogno produttivo. Ad ottobre, le scorte di acquisti di conseguenza sono ulteriormente diminuite. Sia la quantità di acquisto che le giacenze degli acquisti sono diminuite ad un livello moderato simile.
Detto ciò, i fornitori non sono stati in grado di evadere tempestivamente gli ordini e i tempi di consegna delle materie prime e dei semilavorati si sono allungati per il quinto mese consecutivo. Le interruzioni della catena di fornitura sono state collegate alle carenze di materiale, agli scioperi e ai ritardi nelle dogane.
Nonostante la riduzione della domanda di beni manifatturieri, le pressioni sui costi sono aumentate secondo le aziende campione conseguentemente all’aumento dei prezzi delle materie prime e delle spese di spedizione, e il tasso di inflazione dei prezzi dei beni è stato moderato e il più forte da marzo. Detto ciò, le aziende hanno deciso di ridurre i propri prezzi di vendita, riflettendo i tentativi di stimolare la domanda e a causa della concorrenza sui prezzi. Il livello di sconto applicato sui prezzi di vendita è stato il più forte degli ultimi otto mesi.
Parlando di organico, sebbene l’occupazione netta sia diminuita, il tasso di riduzione è stato solo lieve, con le aziende manifatturiere campione che hanno inoltre riportato che la diminuzione, piuttosto che dai licenziamenti, è stata la conseguenza di dimissioni volontarie e la scadenza dei contratti di lavoro.
Malgrado questo, ad ottobre la domanda è rimasta modesta e le aziende sono riuscite a smaltire ulteriormente gli ordini in fase di lavorazione. Il tasso di diminuzione del lavoro inevaso è stato netto ed elevato rispetto alla media di lungo periodo.
Infine alla richiesta di fornire un parere sui prossimi 12 mesi, le aziende manifatturiere italiane si sono dimostrate ottimiste riguardo a un aumento dei livelli di produzione, con un grado di fiducia che ha infatti raggiunto il livello più alto degli ultimi 14 mesi. Le aziende hanno espresso speranza di acquisizione di nuovi clienti e di registrare un maggiore livello di ordini, riportando inoltre come fonte di ottimismo il lancio di nuovi prodotti.





























