Il mondo del lavoro ha votato per il centrosinistra. Si è aperta così l'analisi dell'Ires Cgil sulle elezioni politiche 2006, che si è svolta ieri nel seminario dal titolo "Dialogo su lavoro, politica e sindacato", primo di una serie di incontri dedicati a dirigenti nazionali, regionali e territoriali. Il sindacato ha dato un'interpretazione dell'ultimo appuntamento elettorale fornendo una lettura politica della scena contemporanea. Nella sede di Corso Italia sono intervenuti alcuni rappresentanti del Governo, ministri e segretari di partito, e hanno espresso le loro posizioni.
La Cgil continua a sostenere il centrosinistra, ma rileva con preoccupazione le difficoltà del Governo. Così il segretario generale, Guglielmo Epifani, ha sintetizzato la linea della confederazione. Se il centrodestra ha agito per dividere il sindacato, il tentativo politico dell'attuale maggioranza vuole dare un segno diverso al Paese. Ma non basta: raccogliendo il consenso della platea, Epifani ha detto che dal Governo Prodi "avremmo preferito meno dichiarazioni e più fatti concreti". Porta ad esempio il mondo della scuola che, secondo le stime, ha votato in massa per il centrosinistra e adesso sta aspettando di essere valorizzato. Il segretario dei Ds, Piero Fassino, ha risposto riaffermando che il Partito Democratico diventerà "il partito del lavoro", capace di raccogliere le richieste del sindacato e rappresentare tutte le forme di impiego. Non è soddisfatto Epifani che, rivolgendosi direttamente a Fassino, ha specificato: "apprezziamo le dichiarazioni, ma continua a mancare una reale attenzione alla centralità del lavoro".
Sono tutti d'accordo, invece, sulla necessità di riformare il sistema dei partiti. Lo afferma il segretario del Pdci, Oliviero Diliberto, che allo schieramento democratico preferisce un grande partito socialdemocratico su dimensione europea. "Se cade la componente socialista – ha spiegato – allora viene a mancare la sinistra". L'attuale fase di crisi, però, a suo giudizio, esce dal tessuto politico e diventa un problema di costume. Bisogna riproporre la questione morale, ovvero stabilire un codice di valori e comportamenti per riavvicinare i lavoratori. Anche Franco Giordano, segretario del Prc, appoggia questa posizione: non basta il Partito Democratico, serve un movimento di sinistra aperto a diversi soggetti "con intenzioni critiche verso il capitalismo e la globalizzazione".
Prosegue lo scambio di opinioni tra sindacato e forze politiche. Dopo la presa di posizione della Uil, che ha chiesto un Partito Democratico di impronta riformista, la Cgil esprime una posizione critica verso l'Esecutivo, ma chiarisce che tornare indietro, con il Governo Berlusconi, sarebbe drammatico per il Paese.
Emanuele Di Nicola