È passato poco più di un anno dalla morte di Satnam Singh, il bracciante indiano deceduto il 19 giugno scorso dopo due giorni di agonia al San Camillo di Roma. Satnam era stato abbandonato dal datore di lavoro davanti alla sua abitazione a Latina, agonizzante, dopo che un macchinario gli aveva tranciato un braccio.
Per ricordarlo, Cgil e Flai hanno ospitato nella sede nazionale della confederazione i genitori e i parenti del bracciante indiano nel corso dell’iniziativa “Per Satnam, per tutti”. Non una semplice commemorazione ma l’impegno della confederazione e della categoria degli agricoli a evitare che accadano nuovamente altre tragedie come quella del 31enne indiano.
Jasveer Kaur, madre di Satnam, ha ringraziato la Cgil che ha dato loro la possibilità di essere venuti in Italia per seguire il processo, vedere i luoghi nei quali il figlio ha vissuto e lavorato e impedire che possa esserci un’altra vicenda come quella di Satnam. Il padre, Gurmuk Singh, ha chiesto verità e giustizia per il figlio.
“A un anno dalla morte di Satnam Singh – ha detto Giovanni Mininni, segretario generale della Flai-Cgil – il bilancio è di luci e ombre. La morte ha scosso profondamente l’opinione pubblica, accendendo un faro sulle condizioni di questi lavoratori sfruttati. Non possiamo pensare che quello di Satnam si un caso isolato, relegato a un territorio specifico perché il caporalato è una piaga che affligge l’intero mondo agricolo”.
“Dobbiamo purtroppo registrare l’assenza del governo e delle istituzioni. I ministri Calderone, Lollobrigida e Piantedosi ci incontrano subito dopo il decesso, forse anche sulla spinta dell’onda emotiva. Ma da quel momento non c’è stato più confronto”.
“Il supporto che stiamo dando alla famiglia di Satnam non è mosso unicamente dalla solidarietà ma anche dalla volontà di bloccare un modello di fare impresa che sfrutta e uccide, perché se ci sono persone che continuano a morire non è un caso ma c’è un modello che va smantellato, superando ostacoli e reticenze che ancora persistono” ha detto il segretario generale della Cgil Maurizio Landini. “Mi permetto di dire ai genitori che Satnam vive, la sua dignità vive perché ciò che è accaduto non deve più verificarsi”.
Nel pomeriggio i familiari di Satnam Singh, insieme ad una delegazione della Cgil, sono stati ricevuti in Senato per incontrare la Commissione parlamentare di inchiesta sulle condizioni di lavoro in Italia, sullo sfruttamento e sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, che si è assunta l’impegno di tenere i riflettori accessi sulle campagne dell’agro pontino perché le condizioni di lavoro di Satnam non erano un caso isolato e continuano ad essere comuni.
Un incontro che chiude la visita in Italia dei familiari del giovane bracciante indiano, organizzata dalla Cgil, sia per commemorare Satnam, che per proseguire il percorso di sostegno concreto dopo quanto successo.
In questa settimana, infatti, hanno incontrato il Presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, la Giunta e il Consiglio della Regione Lazio, che si è costituita parte civile nel processo. Si sono recati a Cisterna di Latina, comune in cui viveva Satnam, dove l’Amministrazione, su nostra sollecitazione, ha scoperto una targa in memoria del bracciante all’ingresso di un bene pubblico, arredato dalla Cgil, che è diventato un presidio di legalità e un punto di riferimento per dare una prima risposta alle lavoratrici e ai lavoratori in difficoltà.
Hanno ricevuto dall’Inail rassicurazioni e certezze rispetto gli ultimi adempimenti relativi al riconoscimento dell’indennizzo alla madre e al padre di Satnam Singh, così come hanno ricevuto un impegno da parte dei prefetti per costruire le condizioni affinché possano seguire le udienze del processo per la morte di Satnam.
Tommaso Nutarelli


























