L’Ad di Fiat, Sergio Marchionne, durante l’incontro di oggi sulla vertenza Ex Bertone ha ventilato l’ipotesi che a seguito dei ricorsi alla magistratura da parte della Fiom e della sua posizione sul tavolo per la produzione della Maserati, la Fiat abbandoni l’intero piano Fabbrica Italia.
Anna Rea, lei è segretario confederale della Uil, ma anche segretario della Uil Campania, possibile che la Fiat lasci davvero l’Italia?
Non credo assolutamente che la Fiat vada via, penso che le dichiarazioni di Marchionne vadano contestualizzate nel tavolo ex Bertone. Le posizioni della Fiom e della Cgil in primo luogo mettono a rischio l’investimento per la produzione della Maserati alla ex Bertone. In questo sito industriale infatti, al contrario che nel resto del paese, sulla carta la Fiom ha la maggioranza.
Perché sulla carta?
Perché da molto il sito è chiuso a causa della cassa integrazione, quindi se si votasse oggi non è detto che i risultati rimarrebbero gli stessi.
Quindi secondo lei il caso Ex Bertone è a sé. Marchionne però oggi si riferiva anche ai ricorsi presentati dalla Fiom contro l’applicazione dei contratti di Mirafiori e Pomigliano.
Sì può dire che questi ricorsi indeboliscano il progetto Fabbrica Italia, che impediscano che si raggiungano le stesse potenzialità che il progetto avrebbe se ci fosse una maggioranza schiacciante a sostenerlo, ma non si può affermare che siano un impedimento a proseguire sulla strada pattuita.
Che succede se sulla ex Bertone non si trova un accordo?
La Maserati è un prodotto storico, non possiamo permettere che venga prodotta all’estero. Se la Fiom impedirà che venga prodotta in Piemonte sono sicura che i lavoratori di Napoli saranno ben felici di fabbricarla.
Che cosa accadrebbe se la politica della Fiom sui ricorsi avesse successo?
Sarebbe una tragedia per il paese. Perderemmo una delle poche imprese che investe ancora in Italia e spazzeremmo via l’intera industria dell’auto nel paese. Inoltre la deindustrializzazioni del Sud spesso è il trampolino di lancio per la criminalità organizzata. Detto questo, non credo che ciò accadrà.
Perché?
La Fiom fa da anni ricorsi contro le aziende e, anche se ne vince qualcuno in prima battuta, di solito in appello perde. Detto questo, se solo la Fiom per un momento abbandonasse le sue posizioni ideologiche e scoprisse il mondo reale, si renderebbe contro che oggi viviamo nell’epoca della globalizzazione e l’Italia è sottoposta a una concorrenza feroce da parte degli altri paesi produttori di auto.
Cosa pensa della posizione della Cgil?
Penso che non si possa dire che devono scegliere le Rsu. Un gruppo dirigente si vede anche dalla capacità di sapere indirizzare le proprie Rsu e i propri iscritti.
Marchionne però mostra un certo nervosismo. Eppure, Ex Bertone a parte, ha sempre trovato sindacati maggioritari pronti a trovare intese con lui.
È normale, quando si ha un piano per investire, in un paese da cui molti disinvestono, e ci si scontra con inutili e inspiegabili muri ideologici.
Cosa chiedete a Marchionne?
Di aver fiducia nel paese e andare avanti. Poi, se alla Ex Bertone prevalessero posizioni ostili all’investimento, che sposti la produzione della Maserati su siti industriali come quello campani, dove troverà lavoratori e sindacati disponibile ad andare avanti secondo i modelli di Pomigliano e Mirafiori.
Luca Fortis