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Home - La biblioteca del diario - La rappresentanza delle imprese minori, di Enrico Tezza. Franco Angeli Editore

La rappresentanza delle imprese minori, di Enrico Tezza. Franco Angeli Editore

di Elettra Raffaela Melucci
7 Giugno 2024
in La biblioteca del diario, In evidenza
La rappresentanza delle imprese minori, di Enrico Tezza. Franco Angeli Editore

Il libro di Enrico Tezza dal titolo La rappresentanza delle Imprese Minori – Importanza delle imprese e ruolo della rappresentanza (Franco Angeli Editore, 258 pagine, 34 euro) è un’analisi del sistema di rappresentanza che oggi assume un ruolo sempre più centrale nel supportare le micro e piccole imprese a cogliere le sfide e le opportunità dei processi transizionali in atto e che, per questo, deve divenire sempre più plurale. Il libro è stato realizzato a conclusione del ciclo di incontri sulle relazioni industriali che si è tenuto nel 2022/2023, organizzato da FederTerziario per i propri referenti territoriali e curato dal professore Enrico Tezza.

Il termine minori, spiega nella prefazione il segretario generale di Federterziario, Alessandro Franco, «viene usato per far comprendere come le micro e piccole imprese (che costituiscono la quasi totalità del tessuto produttivo italiano) troppo spesso sono state poste ai margini del dibattito e dell’agenda politica, schiacciate dagli interessi e dal potere delle lobby legate ai grandi gruppi industriali». Un fatto, questo, che ha avuto ripercussioni anche sui corpi intermedi che tale tipologia di imprese rappresentano e che richiede un’urgente azione di cambiamento nelle relazioni industriali e nel diritto del lavoro affinché si «consenta a tutti di avere pari dignità nel dibattito». A monte c’è una eccessiva ideologizzazione dell’azione politica e della rappresentanza, che ha impedito di mettere in atto delle politiche efficaci per il mondo produttivo e strumenti di rilancio e crescita strutturale delle imprese. Ma soprattutto, questa contrapposizione ideologica ha alimentato anche il fenomeno della disintermediazione con ripercussioni in particolare per le micro e piccole imprese. La disintermediazione interessa tutte le forme di rappresentanza, sindacali e imprenditoriali, spiega Tezza, precisando che quella sindacale è dovuta alla professionalizzazione dei lavoratori dipendenti, mentre quella associativa e imprenditoriale all’aumento delle capacità imprenditoriali. Inoltre, la crisi del modello corporativo e la forza disintermediativa delle tecnologie digitali hanno spinto alla revisione degli spazi di codecisione, indebolendo il dialogo sociale tra sindacati, associazioni imprenditoriali e governo. A ciò si collega anche la crisi della contrattazione – i cui demiurghi non hanno saputo aggiornare ai tempi degli enormi cambiamenti del mondo del lavoro, come per quanto riguarda i fattori ESG introdotti dall’Agenda 2030 sullo Sviluppo Sostenibile – e la presunta bontà di proposte come l’introduzione di un legge sulla rappresentanza e rappresentatività per contrastare il dumping contrattuale – che, invece, comporterebbe una limitazione del pluralismo della rappresentanza.

Alla luce di queste trasformazioni la definizione di impresa minore utilizzata dalla dottrina aziendale degli anni Ottanta assume una nuova accezione. Aziende simili sotto l’aspetto dimensionale possono evidenziare una radicale differenziazione quando si considera il profilo comportamentale, o quando si esaminano le influenze dell’ambiente esterno sull’impresa, oppure l’impatto delle attività aziendali sull’ambiente, sulla biodiversità e sulla società. La rappresentanza, tra i capisaldi di efficaci relazioni industriali, stimola la collaborazione e i meccanismi di networkingfacilitando le relazioni, accelerando i tempi di risposta e le modalità di adattamento. Processi fondamentali nella rete di imprese minori, che ne incentivano la vitalità nel soddisfacimento delle responsabilità sociali e nella codifica delle risorse tacite e immateriali.

Per l’autore, sulla scia delle recenti pubblicazioni dell’International Labour Organisation (ILO, presso la cui agenzia di Torino ha lavorato) occorre superare l’approccio corporativo adottato dalle Parti sociali e «aprirsi alla pluralità della rappresentanza per formulare politiche pubbliche coerenti con i bisogni delle imprese minori e congruenti con le sfide poste dalle trasformazioni industriali e dalle tecnologie digitali». Al centro dell’analisi della rappresentanza, poi, diventa cruciale l’impatto delle attività aziendali sull’ambiente e sulla società, senza tralasciare le interdipendenze tipiche generate lungo la catena del valore. All’interno di questo processo adattivo, «le rappresentanze delle imprese minori assumono un ruolo decisivo, non solo per la composizione della struttura economica caratterizzata dalle micro e piccole imprese, ma anche per il nuovo spirito collaborativo, innovativo e di apertura che contraddistingue la loro natura multisettoriale nei diversi Paesi europei». In occasione del Centenario dell’ILO è stato pubblicato un volume sulla struttura organizzativa di un’associazione quale supporto ad una politica sindacale efficace, in cui sono state presentante le cinque chiavi per il successo della politica sindacale: riscoprire il valore dell’associato, scoprire le opportunità dell’azione imprenditoriale collettiva, introdurre nuovi modelli organizzativi, costruire un ambiente digitale, fondare il modello associativo sulla cultura dell’empowerment e delle capacità politico-sindacali dell’associazione imprenditoriale.

L’argomentazione svolta da Enrico Tezza non si limita, però, alla rivendicazione di centralità delle imprese minori, ma opera una minuziosa disamina sulle funzioni della rappresentanza imprenditoriale, su competenze e capacità di un’associazione imprenditoriale, sulla politica associativa, la governance, la comunicazione. Soprattutto si insiste sul valore della rappresentanza e sul ruolo delle relazioni industriali, nonché sulla centralità della contrattazione collettiva e, in qualche modo, sulla sua risignificazione in un nuovo scenario di mercato. L’obiettivo è tornare ad avere relazioni industriali efficaci, «nel senso che portino benefici in termini di produttività, riduzione dei conflitti e delle controversie, miglioramento della soddisfazione lavorativa e miglioramento del processo decisionale su questioni di interesse reciproco per gli imprenditori e i lavoratori». Il cambiamento paradigmatico delle Relazioni Industriali, spiega Tezza, oltre all’emersione del lavoro autonomo e della micro-imprenditorialità, «è accelerato dalla contemporanea perdita di iscritti ai sindacati che indebolisce il sindacato dei lavoratori e, conseguentemente, la relazione bilaterale con le organizzazioni di rappresentanza degli imprenditori». Questo reciproco indebolimento ha spostato l’asse centrale delle Relazioni Industriali verso gli obiettivi di sviluppo sostenibile e l’Agenda 2030, dove gli obiettivi tipici del lavoro sono mantenuti, ma vengono intrecciati ad altre finalità più vicine ai diritti umani e al diritto sul posto di lavoro, all’equità sociale, alla tutela ambientale e alla governance. «Il nuovo contesto internazionale e le nuove traiettorie dell’economia digitale spostano il baricentro della filosofia politica dalle tre M, di Materials, Machines e Men, ad uno scenario più allargato ad altre variabili portate dalla demografia e dal peso sociale della popolazione oltre i 65 anni, dal fenomeno migratorio, dalla corruzione e dal conflitto di interessi tra politica, economia e istituzioni finanziarie. All’interno di questo nuovo contesto, le Relazioni Industriali devono necessariamente trovare un riposizionamento coerente con i nuovi bisogni imprenditoriali e con la nuove legislazione sulla sostenibilità ambientale e sociale».

«La proposta della rappresentanza del sistema delle imprese minori che risulta da questo libro – chiosa Tezza – si colloca all’interno di un contesto relazionale in rapido cambiamento. Per rilanciare le organizzazioni di rappresentanza verso un nuovo ruolo è necessario accompagnare la tutela degli interessi economici con una politica di sviluppo coerente con i bisogni delle imprese minori. È l’idea della rappresentanza fondata sui principi del passato ma con una prospettiva politico sindacale focalizzata sullo sviluppo sostenibile delle imprese e del territorio. Rispetto ai cambiamenti paradigmatici attuali, l’intento è quello di studiare in che modo la rappresentanza delle imprese minori possa svolgere un ruolo di sintesi degli interessi imprenditoriali locali coordinandoli con gli interessi nazionali. Si è voluto oltrepassare l’esclusiva tutela degli interessi economici per collocare l’impresa minore tra gli attori economici rilevanti e in grado di raggiungere lo sviluppo sostenibile, l’equità sociale e la prosperità economica».

Elettra Raffaela Melucci

Titolo: La rappresentanza delle imprese minori – Importanza delle imprese e ruolo della rappresentanza

Autore: Enrico Tezza

Editore: Franco Angeli – Collana Politiche del lavoro

Anno di pubblicazione: 2024

Pagine: 258 pp.

ISBN: 978-88-3515-994-0

Prezzo: 34,00€

Elettra Raffaela Melucci

Elettra Raffaela Melucci

Redattrice de Il diario del lavoro

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