Andrea Ciampani – Professore di storia del movimento sindacale, Università Lumsa di Roma
L’assemblea programmatica e organizzativa confederale che la Cisl tiene a Roma da oggi a sabato merita di essere seguita con adeguata attenzione per due principali ragioni: da un lato, per il significato che essa può assumere nello sviluppo delle politiche organizzative della Cisl; dall’altro, per l’eco che essa potrà avere nel più ampio contesto dell’orientamento del movimento sindacale nel suo complesso.
Questa assemblea, infatti, giunge in un momento del tutto particolare per la vita interna alla Cisl e per la storia delle relazioni sociali e politiche del nostro Paese: sotto osservazione appare la possibilità di radicare il sindacalismo democratico italiano all’interno delle nuove dinamiche di un mondo del lavoro in continua trasformazione. In altri termini, si potrebbe dire che il dibattito confederale dell’assemblea consente di riflettere sugli indirizzi che intende perseguire, e sugli strumenti che intende utilizzare, quel sindacato che più d’ogni altro in Italia si è speso a favore della concertazione e della partecipazione dei lavoratori ai processi di formazione delle decisioni (problematiche, queste, opportunamente sottolineate nel recente dibattito apparso sulle pagine del diariodellavoro.it).
Si può, peraltro, già sottolineare qualche elemento emerso nel percorso che la Cisl ha compiuto dalla formalizzazione dell’iter dell’assemblea, lo scorso febbraio, fino ad oggi, attraverso l’elaborazione di un documento di “Tracce di discussione” confederali e il dibattito preparato, svolto e concluso nelle unioni confederali e nelle categorie aderenti.
Lo stesso percorso compiuto rivela una realtà che spesso si sottovaluta e che, invece, ancora oggi mostra tutta la sua rilevanza: l’importanza di una realtà associativa, partecipativa e democratica nel tessuto delle relazioni sociali del nostro Paese. Volendo andare al cuore del problema, tale forza associativa valorizzata dalla politica confederale rimane il tratto costitutivo della Cisl e il motivo dell’interessamento che per essa mantengono i suoi interlocutori sociali e istituzionali.
Un secondo aspetto da considerare è il grado di consapevole attenzione che, infine, la Cisl ha voluto assegnare alla correlazione tra gli aspetti politici e organizzativi. Se sviluppata coerentemente nei prossimi giorni, questa attenzione potrà distinguere la presente assemblea da altre occasioni di dibattito che si sono risolte in rituali o strumentali prese di posizione. La Cisl, infatti, sembra voler realizzare una riflessione collettiva per riposizionare l’organizzazione sindacale rispetto alla realtà socio-economica, al fine di rendere efficace la sua esperienza associativa: un’iniziativa che potrebbe anche avere un ampio respiro e condurre a significativi mutamenti nei rapporti socio-politici.
Nelle “Tracce di discussione” proposte della Cisl ai suoi iscritti e ai suoi dirigenti, in terzo luogo, il legame tra lo scenario socio-politico, la missione confederale e il necessario rafforzamento organizzativo costituisce un segnale importante; esso rivela la radicalità delle sfide che la confederazione si troverà ad affrontare nei prossimi anni.
E’ all’interno di questa prospettiva che il dibattito dell’assemblea della Cisl è chiamato ad affrontare molte tematiche connesse alla vita organizzativa del sindacato: tra loro si segnalano il nodo delle nuove dinamiche che interessano le unioni regionali, il ruolo sempre più confederale che sono chiamate a svolgere le federazioni di categoria, la valorizzazione degli iscritti e la loro partecipazione democratica, il rinvigorimento della presenza del sindacato nei posti di lavoro e nel territorio, la questione di come essere presenti in aree del mercato del lavoro in cui la tutela e la negoziazione sindacale sono scarse oppure assenti.
Dai punti posti all’ordine del giorno dell’assemblea sembra emergere, infine, un complessivo orientamento a fondare sul rilancio organizzativo dell’associazionismo e sulla rinnovata confederalità la riproposizione della concertazione, lo sviluppo di una più articolata contrattazione e la contrarietà a modelli neocorporativi. “La rappresentanza non è argomento da regolare per via legislativa. Il valore della rappresentanza – si legge nelle “Tracce di discussione” – non va affidato a regole formali, ma all’adesione dei lavoratori al loro sindacato: libera e convinta e, per questo, capace di farlo più forte. Ed una ridefinizione formale delle regole sulla rappresentanza va eventualmente rimessa alla contrattazione delle parti sociali nell’ambito di un riesame dell’accordo del 23 luglio 1993.”
Nel complesso, si ha l’impressione che l’assemblea organizzativa di questi giorni costituisca per la Cisl un’occasione preziosa, se non intende indugiare nella sfida organizzativa che ha di fronte, per realizzare le condizioni idonee a coinvolgere l’insieme del movimento sindacale in una nuova stagione di relazioni industriali, fondata sul chiarimento circa la natura e i fini del sindacalismo libero e responsabile in un sistema democratico.