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La strage della politica

Riccardo Barenghi
Ottobre13/ 2023

Si chiama paradosso, oppure eterogenesi dei fini, o delirio del potere. Quello che sta succedendo in Israele e in Palestina, oltre gli orrori semmai si possa andare oltre quegli orrori, fa pensare a un qualcosa che sembra assurdo ma che assurdo non è: ovvero che Hamas è il miglior alleato della destra israeliana capeggiata dal premier Netanyahu. E viceversa.

Perché al gruppo terroristico palestinese fa molto comodo avere come nemico un personaggio che non sente ragioni e che ha contribuito non poco a esacerbare gli animi dei palestinesi, aumentando a dismisura gli insediamenti colonici e quelli militari, così che Gaza ma anche i territori occupati siano stati trasformati in prigioni a cielo aperto. Così che in quelle prigioni ha avuto vita facile chi propone e mette in pratica la lotta terroristica contro gli odiati ebrei, militari o civili o bambini che siano. Acquistando un consenso che fa meno orrore ma più paura degli attentati, essendo un qualcosa di immateriale, che vive e vegeta tra quelle popolazioni da sempre ridotte allo stato brado. Le quali non vedono altra via d’uscita se non la guerra. Così come gli israeliani, che non ne possono più di subire attentati o missili in testa mentre vanno a passeggio, al bar o in discoteca. Insomma, mentre cercano di vivere normalmente.

Ma purtroppo non c’è nulla di normale da quelle parti, quando l’odio arriva a questi livelli la ragione non funziona più, prevalgono gli istinti più primordiali, diciamo pure bestiali, degli essere “umani”, vince la violenza, conta solo il sangue versato dal proprio nemico, se è di più o di meno del proprio. La politica scompare, per non parlare della diplomazia, non è più possibile tentare di mettere le parti in conflitto intorno a un tavolo, cercare di far ragionare i nemici, sforzarsi di trovare una mediazione, un punto di incontro: c’è solo lo scontro. Ed è uno scontro che unisce i rispettivi capi delle parti in conflitto, ognuno per le sue ragioni e i suoi torti, mentre divide e penalizza – per non dire peggio – chi vorrebbe vivere in pace.

Non è la prima volta nella storia che accade qualcosa del genere, lo abbiamo visto anche in Italia ai tempi del terrorismo. Stiamo parlando del cosiddetto terrorismo rosso, che fu il peggior nemico della sinistra italiana. Del Pci ma anche di quei gruppi e partitini extraparlamentari, che pur essendo più o meno estremisti si sforzavano di trovare una strada democratica rifiutando la lotta armata. Ecco, il terrorismo fu la pietra tombale di quelle esperienze, annichilite di fronte agli omicidi di magistrati e poliziotti, intellettuali e giornalisti, uomini politici e professori universitari. Culminati con il sequestro e l’uccisione di Aldo Moro.

Con lui venne uccisa anche la sinistra, così come oggi in Israele e in Palestina, il terrorismo di Hamas e l’estremismo bellicoso di Netanyahu stanno ammazzando quei palestinesi e quegli israeliani che ancora speravano e lottavano per arrivare a una soluzione pacifica e condivisa del conflitto secolare tra i due popoli. Sono loro le vittime di questa nuova guerra, loro e tutto il popolo palestinese. Che purtroppo subiranno– anzi, stanno già subendo -non solo morte e distruzione, ma una vera cancellazione politica.

L’odio chiama odio, la guerra chiama guerra, la miseria in cui vivono da decenni i palestinesi è un terreno fertile per chi propone e mette in pratica soluzioni mostruose, uccidendo e sgozzando anche bambini come hanno fatto e faranno ancora i miliziani di Hamas: anche quei neonati sono ebrei da cancellare prima che diventino adulti. E non aver capito, o non aver voluto capire, o addirittura aver provocato questa deriva bestiale per “ragioni” politiche e di potere, è la terribile colpa di Israele. Che proprio perché esposta alla furia terroristica avrebbe dovuto cercare nella ragione e non nella violenza la via d’uscita, come peraltro da tempo immemorabile sostengono gli stessi israeliani pi intelligenti. Ma l’intelligenza, come è spesso accaduto nella storia, viene cancellata dalla guerra.

Riccardo Barenghi

Riccardo Barenghi

Giornalista