“Nei paesi dell’Europa del Sud una persona su cinque e un giovane su due non trova lavoro. Questo è un potenziale disastro, in termini economici, sociali e umani”. Lo afferma il direttore generale del Fmi, Christine Lagarde, sottolineando che a livello mondiale ci sono 200 milioni di disoccupati, inclusi 75 milioni di giovani. Il problema dell’occupazione è particolarmente serio in Europa, afferma Lagarde. “Migliorare il mercato – dice – del lavoro spesso significa assumere decisioni difficili e per questo c’e bisogno di un dialogo costruttivo fra tutte le parti, inclusi i lavoratori e le aziende”. “La riforma del mercato del lavoro e dei prodotti è molto pressante nei paesi che hanno perso competitività rispetto ai loro partner, come quelli dell’Europa del Sud – mette in evidenza Lagarde -. Le riforme, però impiegano del tempo a sbloccare la produttività, e il tempo e ‘ quello che questi paesi non hanno. E così, in alcuni casi, i salari devono essere aggiustati, e questo in alcuni casi è solo buon senso. I salari minimi servono obiettivi sociali validi ma qualche volta possono danneggiare i giovani e i lavoratori non qualificati”. “Per esempio – prosegue – il salario minimo in Grecia è il 50% più alto che in Portogallo, il 17% più alto che in Spagna e 5-7 volte più alto di quello in Romania e Bulgaria”.
“Nel medio termine, però, le riforme pagano. Alcune analisi preliminari del Fmi per i paesi dell’area euro mostrano come nell’arco di cinque anni le riforme delle pensioni, del lavoro e dei prodotti possono spingere il pil del 4,5%. E parte di questo riflette i guadagni più forti che si possono avere con sforzi sincronizzati, che mostrano l’importanza di muoversi insieme”. (LF)