A commento degli ultimi dati Istat sull’occupazione relativi al I trimestre 2023, la Cisl sottolinea in una nota che nonostante l’incremento dei posti di lavoro a tempo indeterminato e la ripresa del lavoro autonomo, “la crescita non è stata di pari intensità per tutti, comportando in alcuni casi una diminuzione e in altri un aumento dei tradizionali divari”.
Per la confederazione di via Po è necessario tener presente che a fronte di una riduzione dei divari generazionali e territoriali “sono aumentati quelli di genere e per titolo di studio. L’occupazione femminile è cresciuta, ma meno di quella maschile, ed è aumentata la penalizzazione di chi ha bassi titoli di studio”. È in questa direzione che si richiede una diversa lettura del mercato del lavoro italiano, inserito in una realtà più complessa che deve tenere a margine letture semplificate, soprattutto per quanto riguarda i giovani: “Quando si parla di giovani penalizzati – aggiunge – si parla soprattutto di quelli con basso titolo di studio: sono questi ad essere destinati alla precarietà se non si accelera, da una parte, sul Programma Gol e sul potenziamento dei centri per l’impiego (Missione 5 del PNRR), dall’altra sulle azioni dirette a colmare i divari italiani nel campo dell`istruzione (Missione 4 del PNRR)”.
Pertanto, la vera emergenza è la carenza di competenze, “che non solo rischia di diventare un freno alla crescita imprimendo una inversione di tendenza rispetto a quest’ultimo biennio in cui sono stati creati quasi un milione di posti di lavoro, ma, se non affrontata per tempo, rischia di creare un bacino sempre più largo di lavoratori con competenze basse e obsolete che li relegheranno alla disoccupazione o a lavori sottopagati o in nero, peraltro con pesanti ricadute in termini di sostenibilità dei sistemi socio-assistenziali e di lotta alla povertà”.
Per la Cisl, quindi, occorre “agire sulla formazione di competenze”, un’azione che “rappresenta anche una forte spinta al lavoro femminile che è spesso relegato in settori e mansioni a bassa qualità e comunque resta fuori dagli ambiti STEM”.
e.m.