Secondo le nuove rilevazioni Istat, nel terzo trimestre del 2025 il numero di occupati è in lieve calo rispetto al trimestre precedente, attestandosi a 24 milioni 102 mila (-45 mila, -0,2%); alla diminuzione dei dipendenti a termine (-51 mila, -2,0%) e alla stabilità di quelli a tempo indeterminato si contrappone la crescita del numero di indipendenti (+14 mila, +0,3%).
Il tasso di occupazione è pari al 62,5%, (-0,1 punti), risultando in calo per gli uomini, i giovani e nelle regioni centro-settentrionali, stabile per le donne, i 35-49enni e nel Mezzogiorno, e in crescita soltanto per i 50-64enni. Il tasso di disoccupazione scende al 6,1% (-0,2 punti) e quello di inattività sale al 33,3% (+0,3 punti).
Nel confronto tendenziale, dopo diciassette trimestri, si interrompe la crescita del numero di occupati che rimane sostanzialmente invariato rispetto al terzo trimestre 2024; la stabilità è sintesi della crescita dei dipendenti a tempo indeterminato (+0,7%) e degli indipendenti (+2,2%) che compensa la riduzione dei dipendenti a termine (-8,6%).
Contemporaneamente, dopo sedici trimestri consecutivi di calo, nel terzo trimestre il numero di persone in cerca di occupazione aumenta lievemente attestandosi a 1 milione 440 mila (+12 mila rispetto al terzo trimestre 2024, +0,8%); si interrompe anche il trend decrescente, iniziato nel terzo trimestre 2021, del tasso di disoccupazione che rimane stabile al 5,6%. L’aumento dei disoccupati interessa quanti hanno precedenti esperienze di lavoro, mentre diminuisce il numero di chi è alla ricerca di prima occupazione; la crescita riguarda inoltre solo quanti cercano lavoro da più di 12 mesi la cui quota, sul totale dei disoccupati, sale al 50% (+7,0 punti), per un totale di 721 mila persone. Lo ha reso noto l’Istat.
Nella ricerca di lavoro continua a prevalere l’uso del canale informale: il 74,2% dei disoccupati si rivolge a parenti, amici e conoscenti (+0,8 punti); seguono, in crescita, l’invio di domande e curricula (68,2%, +2,2 punti) e la consultazione di offerte di lavoro (57,6%, +4,3 punti). In aumento anche la quota di coloro che hanno sostenuto colloqui o selezioni (30,3% +5,3 punti), si sono rivolti ad agenzie private di intermediazione o somministrazione (20,2%, +4,3 punti), hanno risposto o messo inserzioni (39,2%, +3,9 punti) e, in misura più contenuta, hanno partecipato a un concorso pubblico; torna invece a diminuire la quota di quanti contattano il Centro pubblico per l’impiego (29,7%, -0,4 punti).
Dal lato delle imprese, la crescita congiunturale delle posizioni lavorative dipendenti (+0,4% in tre mesi) è più intensa per la componente a tempo pieno (+0,4%) e minore per quella a tempo parziale (+0,2%). In termini tendenziali, la dinamica positiva è più marcata (+1,6% nel totale), lievemente più alta nella componente full time (+1,7%) rispetto a quella part time (+1,3%). Le ore lavorate per dipendente aumentano sia in termini congiunturali (+1,0%) sia tendenziali (+1,3%); rispetto al terzo trimestre 2024 il ricorso alla cassa integrazione diminuisce (-1,5 ore), scendendo a 7,2 ore ogni mille ore lavorate. Il tasso dei posti vacanti è pari all’1,8%, in aumento rispetto al trimestre precedente (+0,1%) e in diminuzione nel confronto tendenziale (-0,2%).
Il costo del lavoro per Unità di lavoro equivalente a tempo pieno (Ula) è in crescita rispetto al trimestre precedente (+0,8%), quale effetto di un aumento lievemente più contenuto nella componente retributiva (+0,7%) e più marcato nei contributi sociali (+1,2%). Su base annua, il costo del lavoro registra una decisa crescita (+3,3%), trainata dalla dinamica positiva dei contributi sociali (+4,8%) e, in misura meno sostenuta, delle retribuzioni (+2,8%).


























