Secondo le nuove rilevazioni Istat, nel terzo trimestre dell’anno il numero di occupati aumenta di 65 mila unità (+0,3% rispetto al secondo trimestre 2023) e si attesta a 23 milioni 598 mila. La crescita coinvolge i dipendenti a tempo indeterminato (+75 mila, +0,5%) e gli indipendenti (+10 mila, +0,2%), mentre si registra un calo dei dipendenti a termine (-19 mila, -0,6% in tre mesi). Il tasso di occupazione sale al 61,5% (+0,2 punti in tre mesi).
Nel terzo trimestre prosegue la crescita tendenziale del numero di occupati (+481 mila, +2,1% rispetto al terzo trimestre 2022), la cui stima si attesta a 23 milioni 613 mila unità; in aumento anche il tasso di occupazione per le persone tra i 15 e i 64 anni che raggiunge il 61,6% (+1,3 punti). L`aumento dell`occupazione coinvolge i dipendenti a tempo indeterminato (+470 mila, +3,1%) e gli indipendenti (+81 mila, +1,6%) – i dipendenti a termine diminuiscono (-70 mila, -2,3%) – e interessa solamente gli occupati a tempo pieno (+510 mila, +2,7%), poiché i lavoratori a tempo parziale diminuiscono (-29 mila, -0,7%).
La crescita tendenziale del numero di occupati si concentra tra gli individui ultracinquantenni: +440 mila tra chi ha fino a 64 anni e + 72 mila tra i 65-89enni (+5,3% e 10,4% rispettivamente); al contrario, il numero di occupati 35-49enni diminuisce (-111 mila, -1,3%). Il tasso di occupazione, invece, aumenta per tutte le classi di età – sebbene con intensità diversa (+0,8 punti sia per i giovani di 15-34 anni sia per adulti 35-49 e +2,3 punti per i 50-64enni) – a indicare come la diminuzione degli occupati tra gli adulti di 35-49 anni sia dovuta alla dinamica demografica negativa.
La concentrazione della crescita dell`occupazione tra le classi di età più elevate concorre a determinare l`aumento, per il terzo trimestre consecutivo, dell`occupazione tra i dipendenti a tempo indeterminato (+470 mila, +3,1%) e gli indipendenti (+81 mila, +1,6%); tra gli ultracinquantenni, caratterizzati dalla più alta quota di tali posizioni lavorative, i dipendenti a tempo indeterminato aumentano infatti di +369 mila e gli indipendenti di 109 mila. La crescita degli occupati a tempo indeterminato si osserva anche per le classi di età fino a 39 anni (150 mila): tra i più giovani (15-29enni) si associa alla riduzione sia del lavoro a termine sia di quello indipendente, tra i 30-34enni alla leggera crescita di entrambi e tra i 35-39enni alla diminuzione del lavoro a termine e all`aumento di quello indipendente. Per le classi di età più anziane l`incremento sembrerebbe soprattutto legato a una mancata uscita per pensionamento, mentre per i giovani potrebbe anche essere dovuto alla trasformazione dei contratti a termine in contratti a tempo indeterminato.
Dal lato delle imprese, nel terzo trimestre 2023, la crescita delle posizioni lavorative dipendenti prosegue, seppur rallentata, in termini sia congiunturali sia tendenziali. Rispetto al trimestre precedente, le posizioni dipendenti aumentano dello 0,6%, con una crescita più marcata per le posizioni a tempo pieno (+0,7%, rispetto allo 0,3% di quelle a tempo parziale); anche la crescita tendenziale, pari al 2,7%, è più intensa tra i full time (+3,1%) rispetto ai part time (+1,6%). Le ore lavorate per dipendente crescono in termini congiunturali (+0,5%) e in termini tendenziali +(0,9%); il ricorso alla cassa integrazione si riduce a 6,1 ore ogni mille lavorate.
Il tasso dei posti vacanti non subisce variazioni nel confronto congiunturale né in quello tendenziale. Il costo del lavoro per Unità di lavoro dipendente (Ula) aumenta dello 0,7% rispetto al trimestre precedente, per effetto della crescita delle retribuzioni (+1%) e della stabilità degli oneri sociali; su base tendenziale, la crescita del costo del lavoro è pari a 3,3%, a seguito dell`aumento della componente retributiva (+3,3%) e, seppur lievemente inferiore, di quello degli oneri sociali (+3,1%). La dinamica descritta è sostenuta, in particolare, dagli incrementi retributivi definiti nei contratti collettivi nazionali, che per il settore dell’industria mostrano i loro effetti in questo trimestre.
Il tasso di disoccupazione, nel terzo trimestre scende al 7,3% (-0,4 punti in un anno), in calo soprattutto nel Centro, tra le donne e i giovani. Rispetto al secondo trimestre 2023, invece, il tasso di disoccupazione rimane stabile al 7,6% e quello di inattività cala al 33,3% (-0,2 punti rispetto al secondo trimestre 2023). Il numero delle persone in cerca di occupazione scende a 1 milione 847 unità (-80 mila in un anno, -4,1%), per effetto della diminuzione dei disoccupati con precedenti esperienze di lavoro; in calo anche la quota, sul totale dei disoccupati, di chi è alla ricerca di lavoro da almeno 12 mesi, che si attesta al 54,6% (-1,5 punti), per un totale di 1 milione 9 mila persone.
Nel terzo trimestre, poi, prosegue il calo del numero di inattivi di 15-64 anni (-442 mila, -3,4% in un anno) che scende a 12 milioni 433 mila unità; diminuiscono coloro che non cercano e non sono disponibili a lavorare (-135 mila, -1,3%) e, soprattutto, le forze di lavoro potenziali (-307 mila, -11,7%), ossia la componente degli inattivi più vicina al mercato del lavoro. Il calo degli inattivi si riflette nella diminuzione del tasso di inattività 15-64 anni che scende al 33,5% (-1,1 punti).