M5s e Pd fanno endorsement ai sindacati e si uniscono al maggio caldo di Cgil Cisl e Uil che scenderanno in piazza il 6 maggio a Bologna, il 13 a Milano e il 20 a Napoli. La miccia del consenso alle piazze è stata l’approvazione del Dl Lavoro da parte del Cdm nella mattinata del Primo Maggio, avvenuta tra le polemiche per la convocazione tardiva dei sindacati del 30 aprile e per i contenuti del nuovo pacchetto di misure.
L’adesione di M5s e Pd è unanime, ma il leader grillino, Giuseppe Conte, già preannuncia una manifestazione “autonoma” a giugno “contro il decreto precariato del governo e lo smantellamento del Reddito di cittadinanza”. A confermare la mobilitazione il capogruppo del M5s, Stefano Patuanelli, che estende l’invito ai sindacati, alle organizzazioni del terzo settore e alle forze politiche che condividono la protesta.
La segretaria del Pd, Elly Schlein, in prima linea sulla barricata di opposizione al governo, ribadisce che “il decreto lavoro sarà contrastato in tutti i modi nelle aule parlamentare e anche nelle piazze al fianco dei sindacati”. E Cecilia Guerra, responsabile Lavoro del Pd, aggiunge: “Rispettiamo l’autonomia dei sindacati, ma nelle piazze annunciate noi ci saremo. Il Pd chiederà ai propri iscritti di essere in campo a fianco dei sindacati”.
Intervistato da La Repubblica, il segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra, commenta così l’adesione dei due partiti: “La nostra mobilitazione è squisitamente sindacale, legata alla piattaforma unitaria che abbiamo stilato insieme a Cgil e Uil. Per il resto non ci crea alcun imbarazzo la partecipazione di esponenti di partito in piazza, non sarebbe la prima volta che accade”. Ma precisa: “Quando abbiamo programmato la mobilitazione, abbiamo concordato unitariamente che sul palco saliranno solo i sindacalisti”, escludendo quindi “in maniera netta” il rischio di una mobilitazione sindacale che si fa anche politica: “La reciproca autonomia tra sindacati e partiti è per la Cisl un fatto identitario e statutario. Non facciamo opposizione politica, né abbiamo avuto mai governi amici o nemici. Facciamo solo sindacato”.
Insomma, ragiona, “si può essere d’accordo sulle cose che servono al Paese senza per questo snaturare il nostro ruolo e la nostra rappresentanza, che sono diverse da quelle dei partiti e rispondono solo a lavoratori e pensionati”.
Tornando ai temi del Dl lavoro e in particolare al taglio del cuneo fiscale, Sbarra spiega che “il nostro obiettivo è quello di rinsaldare il filo del dialogo sociale sui contenuti della piattaforma posta alla base del percorso di mobilitazione. Serve concordia e corresponsabilità sociale”. Fino a 100 euro in più per i lavoratori dipendenti con redditi medio-bassi “non è sufficiente, anche alla luce di un’inflazione che è tornata sopra l`8%. Ma è sicuramente positiva l’operazione del governo sul cuneo, un’azione che recepisce le nostre precise richieste e che ora va ulteriormente rafforzata, resa strutturale e collegata a una riforma complessiva del fisco che sgravi anche pensionati e famiglie”.
e.m.