La tragedia delle morti sul lavoro è una catena che deve essere interrotta e bisogna farlo subito. A dichiararlo sulle pagine del quotidiano Avvenire è il segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra.”Il cantiere sicurezza va aperto insieme, e deve dare subito risultati. Ogni giorno che passa la lista dei nomi delle vittime diventa più lungo: è tempo di interromperla una volta per tutte, e di restituire dignità al Paese”.
Un operaio morto precipitando da un’altezza di dieci metri ad Arzano di Napoli, altri tre rimasti vittime di un’esplosione in una fabbrica che smaltisce e recupera polvere da sparo da bonifiche in provincia di Chieti. “Altre tre vite spezzate” commenta Sbarra, “senza che la strisciante, invisibile scia di sangue nei luoghi di lavoro abbia minimamente rallentato. Viviamo in un Paese dove dall’inizio dell’anno sono già state spezzate 700 vite”.
Per il leader della Cisl “non c’è davvero più tempo, se vogliamo che le cose cambino e che la ricostruzione sia fatta insieme e non sui corpi dei lavoratori”. Per Sbarra “va rafforzato l’esercito di ispettori e medici del lavoro, elevando la qualità del coordinamento tra soggetti chiamati a fare i controlli. Bisogna incrementare le pene per il lavoro nero e grigio, visto che oggi siamo fermi a ininfluenti sanzioni pecuniarie”.
Al Governo, conclude, “chiediamo di accelerare e dare esiti concreti nel confronto. E al mondo delle imprese di aprire un cammino comune che faccia leva anche sulla contrattazione e un’evoluzione partecipativa delle relazioni industriali”.
e.m.