La convocazione di sindacati e imprese nel corso delle consultazioni per la formazione del governo non sarà un episodio isolato. Nel suo intervento di replica al Senato, Mario Draghi ha infatti confermato l’impegno – parole testuali – “a coinvolgere le parti sociali nell’attività di governo”. Rispondendo a uno degli interventi del dibattito sulla fiducia, il premier ha osservato che la convocazione era stata “inusuale”, ma ha ribadito che sarà esattamente questa la strada che il suo governo intende intraprendere: un dialogo costante con i rappresentanti di sindacati e imprese, così come, peraltro, con altri corpi intermedi.
È la fine della disintermediazione? Si vedrà. Ma intanto, la situazione, soprattutto dal punto di vista del lavoro, non consente di procedere senza il coinvolgimento dei più diretti interessati, appunto i rappresentanti dei lavoratori e delle imprese. Nel suo discorso programmatico Draghi ha dedicato molto spazio al tema, snocciolando i dati pessimi causati dalla pandemia, osservando che gli impatti sull’occupazione sono destinati ad aggravarsi “quando verrà meno il divieto di licenziamento”.
Il numero totale di ore di Cassa integrazione per emergenza sanitaria dal 1° aprile al 31 dicembre dello scorso anno supera i 4 milioni, ha ricordato, mentre nel 2020 gli occupati sono scesi di 444 mila unità. Inoltre, la pandemia ha fin qui colpito soprattutto giovani e donne, i contratti a termine e i lavoratori autonomi, in una sorta di “disoccupazione selettiva”, ma presto, avverte Draghi, “potrebbe iniziare a colpire anche i lavoratori con contratti a tempo indeterminato”.
La capacità di adattamento del nostro sistema produttivo, unita a interventi “senza precedenti”, ha proseguito, “hanno permesso di preservare la forza lavoro in un anno drammatico”, ma a questo punto diventano centrali le politiche attive del lavoro: il premier si è impegnato a far si che diventino “immediatamente operative”, migliorando gli strumenti esistenti, come l’assegno di riallocazione, e rafforzando le politiche di formazione dei lavoratori e i centri per l’impiego. Interventi già previsti dal Programma Nazionale di Ripresa e Resilienza, che tuttavia, su questo terreno specifico, “andrà anticipato da subito”. E anche per questo, si suppone, sarà fondamentale il confronto costante con sindacati e imprese.
N.P.