Daniela Bigarelli
Una caratteristica del tessile abbigliamento italiano, come di altri comparti manifatturieri a bassa stadardizzazione del prodotto e del processo, è data dalla varietà delle forme organizzative assunte dai sistemi produttivi locali nei quali le imprese operano.
L’Emilia Romagna rappresenta un caso interessante in quanto ha un modello di imprese e di decentramento produttivo simile a quello toscano, basato su imprese finali disintegrate e subfornitori di piccole dimensioni, ma un sistema produttivo meno autocontenuto sul piano territoriale. L’industria emiliana decentra la maggior parte della produzione fuori dei confini regionali mantenendo il baricentro della produzione in Italia. A differenza dell’industria veneta, più internazionalizzata sul piano produttivo, l’Emilia utilizza prevalentemente subfornitori delle regioni del Centro-Sud. In Emilia sono presenti piccole e medie imprese organizzate nella forma di distretto, concentrate in particolare nell’area di Carpi, e aziende leader caratterizzate da una forte visibilità sul mercato, localizzate prevalentemente in altre aree della regione.
Il volume analizza le caratteristiche e i principali cambiamenti avvenuti nell’industria regionale negli anni Novanta, e di questi cambiamenti studia le cause e i principali effetti. In un quadro di crescente competivitià da parte dei paesi di nuova industrializzazione e di progressiva concentrazione della distriubuzione, le imprese emiliane reagiscono mutando il loro posizionamento sul mercato. La qualità del prodotto, l’elevata variabilità dei modelli, le produzioni su piccole serie e i tempi rapidi di risposta al mercato emergono con sempre meno maggiore evidenza quali tratti distintivi del sistema produttivo della regione. La direzione del cambiamento è simile sia per le imprese del distretto di Carpi sia per le altre imprese della regione, mentre diverse sono le forme e le modalità organizzative seguite. All’interno di queste differenze assume un ruolo centrale la relazione tra industria e distribuzione e, in particolare, la capacità dei produttori di attivare forme di alleanza e di collaborazione con il sistema distributivo. Utilizzando i dati relativi ad un panel di 700 imprese, il volume fornisce un puntuale racconto di questi fenomeni, proponendo uno schema interpratativo unitario.


























