Un +3% di arrivi rispetto allo scorso anno. E anche le presenze sembrano mettere a segno performance migliori. A dirlo è Marina Lalli, presidente di Federturismo. Nel primo trimestre c’è stata una leggera flessione ma i numeri di questi mesi estivi non giustificavano la bagarre politica che è nata attorno al settore. Quello che però serve ancora, spiega la numero uno di Federturismo, è il piano riconoscimento dell’importanza del comparto e un piano strategico che rafforzi la sinergia con altre filiere.
Presidente Lalli qual è lo stato di salute del turismo?
Ottimo, e a dirlo sono i numeri. Tra giugno e settembre stimiamo tra i 65 e i 66 milioni di arrivi, in crescita del 3% rispetto al 2024, e 268 milioni di presenze, anch’esse in aumento sull’anno precedente. Se il 2024 è stato l’anno dei record, il 2025 potrebbe essere ancor più positivo.
Secondo lei perché nelle settimane passate si è arrivati anche allo scontro politico sui numeri del turismo?
Penso che tutta questa bagarre sia stata frutto di un fraintendimento. Nel primo trimestre abbiamo avuto un leggero calo, nell’ordine dello zero virgola, per il semplice motivo che quest’anno la Pasqua ha avuto un calendario meno favorevole. Ma alla fine ad aprile il turismo ha registrato un +13% sullo scorso anno. Con il covid abbiamo avuto una frenata decisa, ma una volta passata la pandemia il settore non ha più smesso di correre.
Una bagarre che ha investito anche la presenza o meno dei turisti nelle nostre spiagge per i prezzi, ritenuti da alcuni, troppo alti per le tasche degli italiani.
Guardi quello che a me stupisce è questa sorta di accanimento nei confronti dei balneari. Ovviamente si possono rivedere costi e tempi delle concessioni. Ma la spiaggia attrezzata è stata, a lungo, un vanto della nostra ospitalità che ora stiamo ingiustamente demonizzando. E i prezzi, ovviamente, devono essere in linea con i servizi offerti. Se ci sono persone che possono pagare tariffe più alte per servizi d’eccellenza non vedo il problema. Se poi il costo che ricade sul turista non è in linea con l’offerta, sarà il mercato a decretare il successo o meno di quell’attività.
Rimane comunque un problema di bassi salari che incide anche sulle vacanze.
Questo non è in dubbio. E la compressione dei giorni di vacanza è uno degli effetti. C’è da dire, tuttavia, che questo fenomeno lo avevamo registrato maggiormente lo scorso anno. Bisogna poi vedere dove vogliamo posizionare l’Italia. Rispetto ad altri paesi le nostre mete hanno prezzi molto più competitivi. Se poi guardiamo al Mediterraneo ci sono destinazioni molto più abbordabili. Parliamo, tuttavia, di paesi che ancora non hanno un’economia avanzata come la nostra, e dove il costo del lavoro e le retribuzioni sono molto più basse. Sono mete che sulla bellezza del mare possono benissimo competere con noi se non superarci, ma visto che sempre di più si parla di turismo esperienziale, l’Italia ha ancora da offrire molto grazie alla sua cultura, il cibo e le tradizioni.
Parlando di retribuzioni, anche questa estate non sono mancate le polemiche per le buste paga troppo leggere per chi lavora nel settore. Crede che ci sia un’emergenza dovuta al mancato rispetto delle leggi e dei contratti?
Rispetto al passato c’è stato un miglioramento. Negli anni scorsi erano molte di più le storie che raccontavano di una mancata applicazione dei contratti, di poco rispetto dell’orario di lavoro o di salari non all’altezza. Oggi vedo un’inversione di tendenza. Anche tra gli imprenditori più piccoli si è ridotto notevolmente il numero dei trasgressori. Per le imprese aderenti a Federturismo il rispetto della legalità e l’applicazione dei contratti sono sempre stati la nostra stella polare.
Quali sono le priorità del settore?
Al turismo non viene ancora pienamente riconosciuta quell’importanza che gli spetta. È vero che quando ci siamo dovuti fermare a causa del covid la nostra assenza si è fatta sentire. Ma bisogna capire che siamo strategici per altri settori come i trasporti e l’edilizia. E su questa complementarietà occorre sviluppare un piano strategico. Rafforzare le infrastrutture verso quelle mete meno facili da raggiungere, aiutare gli imprenditori, attraverso uno sgravio sulla contribuzione, nei momenti di bassa stagione per continuare a stare aperti e non gravare sulle casse dello stato con cassa integrazione aggiuntiva, sostenere nelle ristrutturazioni quelle strutture rimaste indietro e, infine, un’ulteriore regolamentazione sugli affitti, sui quali già si è fatto molto. Sono queste le azioni da compiere.
Sulla questione affitti brevi che cosa serve ancora?
Uniformità con le altre strutture recettive. La possibilità per tutti di combattere ad armi pari. Gli affitti brevi, le case vacanze devono avere la stessa normativa e la stessa tassazione degli hotel. Ovviamente se una persona affitta un’abitazione per arrotondare un po’ le sue entrate è un conto. Ma se diventa una vera e propria attività imprenditoriale allora deve pagare la tari come un albergo e non una semplice abitazione.
C’è una maggiore consapevolezza e meno improvvisazione da parte di chi vuole lavorare o diventare un imprenditore nel turismo?
Sì le cose stanno cambiando e questo grazie anche gli Its che stanno fornendo formazione di qualità e soprattutto sono capaci di adattarsi a quelle che sono le competenze più richieste nel mercato.
State riscontrando difficoltà nel trovare la manodopera?
Ci sono delle difficoltà, anche se meno rispetto allo scorso anno. La ristorazione è il segmento più colpito. Principalmente c’è penuria di personale per quei lavori da svolgere la sera o nei week end.
Molte località stanno denunciando gli effetti negativi dell’overtourism. Come si può intervenire?
Sperare che venga meno gente sarebbe una sconfitta di tutto il settore. I flussi vanno governati e non respinti, promuovendo, magari, anche mete un po’ fuori da quelli che sono i classici itinerari. Ingressi limitati, ticket o tornelli hanno pro e contro. È importante educare gli amministratori locali e chi gestisce le strutture recettive a un codice di condotta che poi deve essere trasmesso ai turisti.
Tommaso Nutarelli