Rallenta ulteriormente l’attività delle imprese manifatturiere nell’area euro, ai minimi da un anno e mezzo a giugno ma con l’Italia in controtendenza. Secondo l’indice dei responsabili degli approvvigionamenti di Ihs Markit, nella Penisola il manifatturiero ha segnato il primo rafforzamento da inizio anno, a 53,3 punti dai 52,7 di maggio.
L’economista di Markit Paul Smith spera che questo sviluppo indichi una stabilizzazione del settore dopo la recedente contrazione, ma aggiunge che nonostante gli aumenti occupazionali “persistono rischi: l’ottimismo circa l’attività futura è peggiorato al livello più basso in più di cinque anni – avverte – e aumenta la pressione dei costi, specialmente il prezzo dell’acciaio”.
Anche perché in media nell’Unione valutaria la tendenza è un’altra, alla frenata appunto. Il Purchasing managers’ index (Indice Pmi) per l’intera area ha segnato un calo a 54,9 punti a giugno, dai 55,5 di maggio con la lettura più debole da 18 mesi.
Il dato definitivo ha subito anche una limatura rispetto alla stima preliminare e riflette l`indebolimento della crescita di produzione e dei nuovi ordini presso i manifatturieri.
Secondo Markit i valori dell’Indice Pmi sono risultati più bassi in cinque nazioni tra quelle coperte dall`indagine, incluse quelle che hanno riportato i risultati migliori, Paesi Bassi e Austria. Espansioni più deboli anche in Germania, Grecia e Francia, con quest`ultima che sprofonda in coda alla classifica. Mentre la leggera accelerazione in Italia non è stata sufficiente a evitare la penultima posizione.
Sia la produzione che i nuovi ordini hanno registrato un forte rallentamento della crescita da fine 2017, con i tassi di giugno risultati i più deboli rispettivamente da novembre 2016 e agosto 2016. Consecutivamente ciò ha avuto un impatto sull`ottimismo, diminuito infatti al valore più basso in più di due anni e mezzo, afferma la società di ricerche con un comunicato.
“La preoccupazione maggiore arriva dall`entità del deterioramento della crescita delle esportazioni dall`inizio dell`anno e su come presto ciò potrebbe peggiorare”, afferma il capo economista di Markit, Chris Williamson. “L`indagine mostra inoltre come le aziende stanno manifestando sempre più timori circa l`impatto delle tariffe e della guerra commerciale e su come si stiano preparando per ulteriori perdite delle esportazioni”.
“Allo stesso tempo sono evidenti i segnali di come l`incertezza politica stia frenando l`ottimismo, fenomeno questo particolarmente evidente in Italia – sostiene Williamson – che, non a caso, è stata la nazione che a giugno si è posizionata al penultimo posto, subito prima della Francia”.