Confindustria ritiene necessaria una “manovra incisiva” in grado di far ripartire gli investimenti e auspica “miglioramenti” al testo del ddl di bilancio presentato dal governo in Parlamento perché così come è oggi “non offre risposte adeguate ai problemi e ai rischi” che le imprese avvertono e “non appare in grado di invertire quella tendenza a livelli di crescita da zero virgola, che, con l’eccezione della fase post pandemica, ha caratterizzato la nostra economia negli ultimi 25 anni”. Lo ha affermato il direttore generale diConfindustria, Maurizio Tarquini, nell’audizione sulla manovra nelle Commissioni bilancio di Camera e Senato.
Pur apprezzando “l’attenzione posta sui conti pubblici”, Confindustria segnala come nella manovra siano sostanzialmente assenti “il sostegno agli investimenti e alle imprese che li realizzano. Ciò tenuto anche conto di due fattori: l’abrogazione dell’Ace avvenuta lo scorso anno, cioè del principale strumento di sostegno alla patrimonializzazione delle imprese; il lento avvio del Piano 5.0, anche per via di stringenti regolamentazioni europee, pur destinato a specifiche forme di investimento”. E aggiunge: il Paese è “di fronte a un bivio”, “avvertiamo la necessità e l’urgenza di segnali chiari e di misure coraggiose”.
I soli interventi “degni di nota” per le imprese, precisa Tarquini “sono quelli di proroga e rifinanziamento del credito d’imposta per gli investimenti nella Zes Unica, cui si affiancano il rinnovo del credito d’imposta per la quotazione delle piccole e medi imprese e il rifinanziamento della “Nuova Sabatini”.