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Home - Approfondimenti - Interviste - Mantegazza, l’accordo dei ministri dell’Agricoltura Ue peggiora le proposte del Parlamento europeo

Mantegazza, l’accordo dei ministri dell’Agricoltura Ue peggiora le proposte del Parlamento europeo

21 Marzo 2013
in Interviste

Il Consiglio dei ministri dell’Agricoltura europei ha trovato un accordo sulla Pac (Politica Agricola Comune). Si tratta del primo passo per poter iniziare una trattativa con il Parlamento europeo che vedrà la Commissione come arbitro. Dal compromesso trovato nascerà la nuova politica per l’agricoltura. Il diario del lavoro ha fatto il punto della situazione con il segretario della Uila Uil, Stefano Mantegazza.

Che giudizio si è fatto dell’accordo raggiunto dai ministri dell’Agricoltura europei?
Il fatto che si sia trovata un’intesa è un bene perché permette di iniziare le trattative vere e proprie, ma vi sono luci e ombre. Complessivamente il progetto dei ministri europei è peggiore della proposta del Parlamento e danneggia molte culture tipiche del nostro paese come il tabacco, l’olio e la vite.

L’assenza di un governo in carica può aver danneggiato il paese nella trattativa?
Non penso sia colpa del ministro dell’Agricoltura, Mario Catania, che, in assenza di un nuovo governo, ancora si occupa degli affari correnti, ma sicuramente la fragilità e la confusione della politica italiana può aver peggiorato la capacità del Paese di difendere i propri interessi nella trattativa.

Alcuni esempi delle cose che non vanno?
Per esempio l’esclusione del tabacco dai settori che possono ricevere quegli aiuti erogati in funzione della specie coltivata (aiuti accoppiati). L’Italia è l’unico paese che coltiva tabacco nella Ue e si tratta di un settore che usa moltissima manodopera. Il Parlamento aveva inserito questa coltivazione tra quelle che potevano ottenere gli aiuti accoppiati, ma l’accordo tra i ministri europei ha cancellato questa possibilità.

Anche l’olio d’oliva è stato colpito?
Anche in questo caso, contro il parere del Parlamento europeo, le regole sugli aiuti all’olio d’oliva non sono state modificate per renderle simili al modello ortofrutticolo.

Perché siete non vi piacciono le proposte sulla vite?
Sono state introdotte limitazioni al diritto di reimpianto dei vigneti che il Parlamento aveva previsto fino al 2030.

Altre preoccupazioni?
È contraddittoria la scelta di considerare volontario il regime di sostegno per i giovani agricoltori, quando l’Europa dovrebbe invece puntare con grande fermezza sul ricambio generazionale. L’accordo raggiunto indebolisce inoltre alcune regole utili a una migliore commercializzazione, come quelle relative all’intervento pubblico e all’ammasso privato (concessione di un aiuto comunitario, quantificato per peso di prodotto e per periodo di tempo di detenzione, ad operatori Ue, che stoccano per un certo periodo di tempo presso propri magazzini, un prodotto di loro proprietà).
Inoltre, la programmazione produttiva non è stata estesa a tutti i prodotti Dop. Ancora, a una prima lettura dei nuovi testi, mi sembra che le superfici arboree siano ricomprese solo in parte nel greening (i pagamenti all’agricoltura verde che rientrano nel cosiddetto processo di inverdimento della Pac.) e questo per l’Italia sarebbe un bel problema. Mi sembra complessivamente che le scelte fatte penalizzino ancora una volta l’agricoltura più avanzata, quella che garantisce maggiore valore aggiunto e più occupazione.

Vi sono dei lati positivi?
È stata migliorata la definizione dell’agricoltore attivo.

Pensa che la riforma uscirà dalla trattativa con le alte istituzioni europee migliorata?
Sarà un processo molto complesso. Sarò soddisfatto se prevarrà la volontà del parlamento Ue.

I ministri dell’Agricoltura europei, il Parlamento e la Commissione stanno trattando su come spendere i soldi previsti dal bilancio europeo, ma è notizia di pochi giorni fa che proprio quest’ultimo è stato bocciato dal Parlamento Ue. Si tratta di una notizia positiva?
Assolutamente sì, per la prima volta nella storia dell’Unione si prevede un bilancio a ribasso che mette a disposizione meno risorse. Esattamente il contrario di ciò che serve in tempo di crisi. Non so se il Parlamento riuscirà a modificare questa situazione, ma certamente si tratta di un gesto forte che rappresenta le volontà dei popoli europei. Adesso che si riapre la trattativa speriamo che qualcosa venga mutato.

Luca Fortis

Tags: AgricolturaUil
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