Lunedì 23 luglio è stato raggiunto l’accordo per il rinnovo contrattuale dei lavoratori dell’industria alimentare. Stefano Mantegazza, segretario generale della Uila Uil, quale giudizio complessivo si sente di dare?
Positivo sia per la qualità che per le modalità. L’intesa si salda con la scadenza contrattuale precedente e viene firmata senza un’ora di sciopero. E’ stato un confronto a tratti difficile e aspro, ma sempre all’insegna delle relazioni corrette che caratterizzano il settore.
Quanto arriverà in busta paga?
I lavoratori riceveranno 108 euro in più nel prossimo biennio, pari a un incremento medio del 6,5%. Inoltre, le aziende senza contrattazione integrativa sono obbligate ad erogare 24 euro medi mensili per ogni dipendente. E’ un risultato utile e indispensabile, perché i salari del comparto sono ancora inferiori alla media europea.
Il contratto interviene anche in materia di formazione.
Sarà attivato un organismo bilaterale nazionale, composto da sindacati e imprese, con il compito di garantire ai lavoratori maggiori percorsi per sviluppare la propria professionalità. E’ previsto inoltre un confronto aziendale per migliorare l’inquadramento, anche fuori dal contratto nazionale.
E in tema di previdenza integrativa?
Aumenta la quota contributiva a carico dell’azienda per il fondo di settore, che passa dall’1,1% all’1,2%. E non è la sola tutela: è prevista una polizza per tutti i dipendenti, pari a 30.000 euro, che copre i casi di decesso e invalidità permanente, mentre cresce di 3 punti l’indennità di lavoro notturno.
Viene rivisto anche il part-time?
C’è un solo aspetto nuovo. Le donne di ritorno dalla maternità possono ottenere il part-time reversibile, ovvero con la certezza di rientrare a tempo pieno quando il periodo si conclude.
Quali sono le altre misure sociali?
Chi rientra dalla maternità può evitare per sei mesi il turno di notte e ha diritto all’assenza non retribuita, ma con possibile anticipo del Tfr. Anche i padri vengono tutelati, attraverso un giorno di permesso di retribuito. E’ un contratto molto attento alle pari opportunità.
Come viene affrontato, infine, il nodo degli stagionali?
Cambiano le regole sulla riassunzione. Per le aziende che si servono di lavoratori stagionali per più anni di seguito, passa dal 70% all’80% la percentuale di quelli che dovranno richiamare. L’obiettivo di fondo è ridurre la precarietà, ma dobbiamo andare per gradi.
Emanuele Di Nicola

























