“Il fatto di essere qui in Parlamento è la dimostrazione del rispetto per questo Paese e le istituzioni e la fiducia che abbiamo nel futuro dell’azienda e dell’Italia”. Lo ha affermato l’amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne, aprendo la sua audizione alla Camera.
Su Fiat, ha detto, “si è aperto un ampio e lungo dibattito; si è sentita molta politica, molta ideologia, ma poca aderenza alla realtà e conoscenza dei fatti”. Riguardo al possibile spostamento negli Usa della sede legale, l’ad ha detto che “se si realizzeranno le condizioni rispetto al progetto Fabbrica Italia, allora il nostro Paese sarà in grado di mantenere la sede legale”. “Se il cuore è e resterà in Italia – ha però aggiunto – la nostra sede sarà in più posti; sedi operative diverse in diversi posti, non c’è assolutamente nulla di strano in questo: non si tratta di rinnegare le nostre radici, ma anzi di proteggerle, di garantire al passato il futuro”. “La scelta della sede legale – ha aggiunto – non è stata ancora presa e non è vero che la Fiat ha salvato Chrysler, è vero anche il contrario”.
Parlando poi di salari Marchionne ha detto che “Se riusciamo a portare l’utilizzo degli impianti dall’attuale 40% all’80%, siamo pronti ad aumentare i salari portandoli ai livelli della Germania e anche al passo successivo,che è la partecipazione dei lavoratori agli utili d’azienda”. Sui 20 miliardi di investimenti previsti dal Lingotto per l’Italia, ha poi aggiunto, “4 miliardi andranno a Fiat Industrial e 16 miliardi a Fiat spa, di cui il 65% per Fiat Group Autobilies”. “Siamo disposti – ha proseguito – a mantenere i nostri impegni se tutti i soggetti coinvolti mantengono i propri”. Riferendosi poi a Cassino e Mefli, ha reso noto che “non c’è urgenza immediata di intervenire”.
Marchionne ha poi sottolineato come la Fiat abbia gestito la crisi senza il “minimo aiuto o assistenza dallo Stato” e come l’obiettivo di ‘Fabbrica Italià sia “di incrementare gradualmente i volumi di produzione di autovetture nei nostri impianti italiani, arrivando nel 2014 a raggiungere 1.400.000 unità, più del doppio rispetto alle 650.000 prodotte nel 2009”. “L’aumento è ancora più significativo – ha detto – se lo confrontiamo con un anno disastroso come il 2010, quando siamo arrivati ad appena 561.000 vetture”. “A questo – ha proseguito – va aggiunta la produzione di veicoli commerciali leggeri, il cui obiettivo è di arrivare a 250.000 unità annue, rispetto alle 150.000 del 2009 e alle 190.000 del 2010”. In totale, ricorda Marchionne, il piano di “Fabbrica Italia” è quello di raggiungere nel nostro Paese la produzione di 1.650.000 veicoli nel 2014.
L’obiettivo, spiega l’ad, è di produrre in Italia, entro il 2014, oltre un milione di veicoli destinati all’esportazione, di cui circa 300.000 per il mercato statunitense. La percentuale di esportazioni crescerà quindi dal 50% dell’anno scorso al 65% nel 2014. (LF)