L’amministratore delegato di Fiat, Sergio Marchionne, replica alla lettera Consob preparando una risposta dettagliata per il 27 ottobre, dopo il cda del gruppo chiamato ad approvare i dati trimestrali. La Commissione guidata da Giuseppe Vegas aveva chiesto, nel fine settimana, al Lingotto, di fare chiarezza sul piano industriale, ma Marchionne dice: “E’ impossiile precisare gli investimenti sito per sito”. E poi: “Le accuse di anti-italianità che ho spesso sentito sono semplicemente assurde. Anti-italiano è chi abbandona il Paese, chi decide di non investire”. E ancora: “Purtroppo, in Italia, molti – a cominciare da una parte della politica, del sindacato e della stampa – non hanno capito, o meglio, non hanno voluto capire la portata del cambiamento che è avvenuto in Fiat e il senso della nostra esperienza. Un cambiamento che ci porta ad affrontare le sfide in modo diverso dal passato”. Con un attacco duro al sindacato: “L’atteggiamento della Fiom è preconcetto e anacronistico”.
Ma Marchionne, intervendo al convegno dell’Unione industriali di Torino, rivendica anche la trasparenza “con i mercati, le istituzioni e le parti sociali. Siamo rimasti sorpresi dal fatto che una richiesta della Consob, di natura limitata alle parti – ha continuato – abbia trovato ampia copertura nei media”. E ancora: “Non ci pare logico che Fiat debba fornire dettagli di previsioni pluriennali quando la maggior parte dei Paesi europei sta cercando disperatamente di condividere soluzioni che i mercati finanziari internazionali richiedono per domani”.
E così il manager ricorda di aver “sempre fatto tutto ciò che era in nostro potere per limitare le conseguenze sulle persone. Nemmeno nella crisi del 2008 abbiamo denunciato eccedenze strutturali. Pur di evitare licenziamenti abbiamo fatto ricorso a 30 milioni di ore cig nel 2009, nei casi più difficili ci siamo impegnati a ricollocare le persone. Un esempio quasi unico se guardiamo ai nostri concorrenti”.


























