La Fiat non lascia l’Italia. A ribadirlo è l’amministratore delegato di Fiat e Chrysler, Sergio Marchionne. Il manager parla dal Canada, da dove continuare a seguire gli affari italiani, compreso il dibattito sulla riforma del lavoro. “L’articolo 18 – afferma Marchionne, secondo quanto riporta Tandem, pubblicazione canadese – è nelle mani del premier Monti. Ho parlato con lui prima di partire venerdì sera. È impegnato nel progetto e dobbiamo consentirgli di andare avanti. Senza stop”.
Marchionne è in Canada per l’inaugurazione della prima concessionaria solo Fiat in Nord America, la Maranello Fiat di Vaughan, nei pressi di Toronto, città nella quale è cresciuto. Ma guardando sempre all’Italia, Marchionne si sofferma sulle ultime vicende Fiat, dopo la pubblicazione delle motivazioni della Corte d’Appello di Potenza sulla sentenza per il reintegro dei tre dipendenti licenziati a Melfi. “Abbiamo fatto appello. Lasciamo decidere i giudici”, afferma.
“La sentenza sul caso Melfi – sostiene- è vista da alcuni come un motivo che potrebbe spingere la Fiat a lasciare l’Italia. “La risposta è no” ribadisce Marchionne. “Lo abbiamo già detto”.
All’inaugurazione della concessionaria a Vaughan, il manager evidenzia i legami fra Fiat, l’Italia e il Canada.
Marchionne preannuncia poi importanti novità per il mercato del Nord America, dove l’Alfa Romeo dovrebbe apparire nel 2014. “Grandi novità sono in arrivo e aiuteranno a rafforzare Fiat come l’unico gruppo al mondo in grado di unire lo stile italiano e il rispetto dell’ambiente”.
Tornando alla situazione italiana l’Ad ha detto che “se continuiamo a vivere di soli diritti, di diritti moriremo. Il 1968 rappresenta un movimento di lotta pienamente condivisibile che ci ha permesso di compiere enormi passi avanti nelle conquiste sociali e civili che però ha avuto purtroppo un effetto devastante nei confronti dell’atteggiamento verso il dovere”.
“Oggi – ha spiegato – viviamo nell’epoca dei diritti, il diritto al posto fisso, al salario garantito, al lavoro sotto casa, a urlare, sfilare e pretendere”. Dopo aver precisato che si tratta di “diritti sacrosanti che vanno tutelati”, Marchionne ha indicato come “se continuiamo a vivere di soli diritti, di diritti moriremo”. Per questo il manager invita a “tornare ad un sano senso del dovere, alla consapevolezza che per avere bisogna anche dare”. (LF)