Questa mattina, dinanzi al Parlamento riunito nell’aula della Camera di Montecitorio, Sergio Mattarella ha prestato il giuramento da dodicesimo capo dello Stato. Un discorso chiaro e conciso, che ha toccato diversi e importanti temi, meritandosi più volte l’applauso degli astanti.
“Avverto la responsabilità del compito che mi è stato affidato, la responsabilità di rappresentare innanzitutto l’unità nazionale, l’unità da Nord a Sud”, ha esordito il neo presidente della Repubblica, sottolinenado che “non servono generiche esortazioni a guardare al futuro ma una tenace mobilitazione della comunità nazionale”.
Nel corso del suo dicorso di insediamento, Sergio Mattarella ha lanciato un appello a “ridare al paese la speranza”. Per fare ciò, ha spiegato, occorre “ricostruire i legami che tengono insieme la società” e richiamare alla necessità di “questa azione le forze vive della nostra comunità in Italia e all’estero”. “L’urgenza di riforme istituzionali, economiche e sociali deriva dal dovere di dare risposte efficaci alla nostra comunità, risposte adeguate alle sfide che abbiamo di fronte”.
“Per uscire dalla crisi, che ha fiaccato in modo grave l’economia nazionale e quella europea -ha proseguito il nuovo capo dello Stato-, va alimentata l’inversione del ciclo economico, da lungo tempo attesa. Sussiste l’esigenza oggi di confermare il patto costituzionale che mantiene unito il Paese e che riconoasce a tutti i cittadini i diritti fondamentali e pari dignità sociale e impegna la Repubblica a rimuovere gli ostacoli che limitano la libertà di uguaglianza”.
Il presidente si è poi soffermato sul significato del ruolo stesso che da oggi ricoprirà: “Nel linguaggio corrente si è soliti tradurre il ruolo del capo dello Stato come quello di un arbitro: è un’immagine efficace e all’arbitro compete una applicazione delle regole e -ha poi aggiunto- l’arbitro deve essere e sarà imparziale”.
“Il Presidente della Repubblica è garante della Costituzione –ha ribadito Sergio Mattarella-, la garanzia più forte della nostra Costituzione – ha aggiunto – consiste, peraltro, nella sua applicazione. Nel viverla giorno per giorno”. Il Capo dello Stato ha spiegato che garantire la Costituzione significa: “Garantire il diritto allo studio, rendere effettivo il diritto al lavoro, promuovere la cultura della ricerca, amare i nostri tesori ambientali, ripudiare la guerra, garantire i diritti dei malati, concorrere alle spese della comunità nazionale, ottenre giustizia in tempi rapidi, fare in modo che le donne non abbiano paura della violenza e siano discriminate, rimuovere ogni barriera che limiti i diritti dei disabili, sostenere la famiglia, garantire pluralismo dell’informazione, ricordare la Resistenza, significa libertà come pieno sviluppo dei diritti civili, significa affermare un forte senso della legalità”.
Un altro fondamentale passaggio del discorso è stato quello sull’impegno nel combattere l’illegalità e la criminalità: “La lotta alla mafia e quella alla corruzione sono priorità assolute. La corruzione ha raggiunto un livello inaccettabile, divora risorse che potrebbero essere destinate ai citttadini, impedisce la corretta espressione delle regole del mercato, favorisce le consorterie e danneggia i meritevoli e i capaci”. Il capo dello Stato ha citato le “parole severe” di papa Francesco contro i corrotti, “uomini di buone maniere ma di cattive abitudini”. Ed ha sottolineato quanto sia “allarmante la diffusione delle mafie in regioni storicamente immuni. La mafia è un cancro pervasivo, distrugge speranze, calpesta diritti”.
A giudizio del presidente Mattarella occorre “incoraggiare l’azione della magistratura e delle forze dell’ordine, che spesso a rischio della vita si battono per contrastare la criminalità organizzata. Nella lotta alle mafie – ha ricordato cedendo per un attimo alla commozione – abbiamo avuto molti eroi, penso a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Per sconfiggere la mafia occorre una moltitudine di persone oneste competenti tenaci e una dirigenza politica e amministrativa capace di compiere il proprio dovere verso la comunità”.
“Nella nuova Europa -ha infine affermato il presidente della Repubblica- l’Italia ha trovato l’affermazione della sua sovranità, un approdo sicuro ma soprattutto un luogo da cui ripartire per vincere le sfide globali. L’Unione europea rappresenta oggi, ancora una volta, una frontiera di speranza e la prospettiva di una vera Unione politica va rilanciata, senza indugio”.
F.P.




























