Dopo lo sciopero dello scorso 12 dicembre, medici e veterinari tornano a convocare due giornate di astensione dal lavoro nei giorni 8 e 9 febbraio prossimi, se non si riceveranno risposte sulle migliori condizioni di lavoro e, di conseguenza, sulla sicurezza dei cittadini.
“La larga adesione dei medici, veterinari e Dirigenti sanitari allo sciopero del 12 dicembre rappresenta una chiara denuncia delle responsabilità che stanno portando la sanità pubblica al collasso e massacrando le condizioni di lavoro dei suoi professionisti”, si legge in una nota congiunta a firma Anaao Assomed – Cimo – Aaroi-Emac – Fp Cgil Medici E Dirigenti Ssn – Fvm Federazione Veterinari e Medici – Fassid (Aipac-Aupi-Simet-Sinafo-Snr) – Cisl Medici – Fesmed – Anpo-Ascoti-Fials Medici – Uil Fpl Coordinamento Nazionale Delle Aree Contrattuali Medica E Veterinaria.
I sindacati ribadiscono che “la sanità pubblica è in emergenza, lasciata in una recessione perenne, esclusa dalla ripresa economica, avviata su di un piano inclinato verso la bancarotta, per aprire la strada alla intermediazione finanziaria e assicurativa” e accusano direttamente governo, regioni e partiti per aver condotto all’impoverimento della figura medica attraverso “strumenti elettorali”. “Nella crisi della sanità il lavoro dei professionisti si svaluta sempre di più – sottolineano -, tra congelamento dei livelli retributivi e rarefazione delle progressioni di carriere, lavoro notturno ad età sconosciute ad altre categorie e milioni di ore lavorate oltre il debito contrattuale, asfissia burocratica e ruolo di fattore produttivo da controllare”.
“Ci aspettiamo dal Ministro della salute, non solo la solidarietà di un giorno, ma il fattivo sostegno ai professionisti che, in questi lunghi anni di crisi economica, si fanno carico di un servizio sanitario gravato da tagli lineari senza, abbassare i livelli di assistenza a favore dei cittadini.
E dal Ministro della funzione pubblica un intervento legislativo che sblocchi le nostre risorse accessorie che il suo decreto ha congelato, impedendo, di fatto, ogni margine di sviluppo della carriera dei medici, veterinari e dirigenti sanitari. Come avevamo annunciato, siamo solo all’inizio di una vertenza che il mondo della dirigenza pubblica del SSN ha compreso e condiviso.”
E.M.