La dichiarazione dello stato d’emergenza per i migranti, deliberato ieri in Cdm su proposta del ministro per la Protezione civile e le Politiche del mare, Nello Musumeci, apre il dibattito pubblico sull’intrinseca natura del provvedimento. La segretaria confederale della Cgil, Tania Scacchetti, afferma in una nota che la decisione del Consiglio dei ministri “appare sproporzionata e inutile, è solo propaganda orientata a distrarre l’opinione pubblica dai più urgenti problemi del Paese”.
Quella degli sbarchi è un’emergenza che per la segretaria “non può essere affrontata con l’istituzione di nuovi centri per il rimpatrio e ipotetiche espulsioni”, anche perché la storia recente degli ultimi venti anni “ci insegna che questo è un modo disumano e totalmente inefficace di affrontare un tema che non è emergenziale, ma che meriterebbe altre politiche a livello sia europeo, che dei singoli stati, anzitutto per modificare gli squilibri mondiali che generano vittime, profughi e disperati in cerca di una prospettiva di vita migliore”.
Per Scacchetti “si grida all’emergenza e contemporaneamente, in relazione al decreto flussi, assistiamo, in poche ore, a oltre 200 mila domande di regolarizzazione a fronte di 82 mila possibili ingressi, mentre le imprese continuano a richiedere domanda di manodopera che, in assenza di canali legali di ingresso, alimenta sfruttamento e lavoro nero”.
“La dichiarazione di stato di emergenza su tutto il territorio nazionale rischia di essere un atto meramente politico che non migliora e non aiuta i territori che da soli fronteggiano gli sbarchi. Inoltre – aggiunge la segretaria confederale – non viene posta la questione di dotarsi ordinariamente di un adeguato sistema di accoglienza prevedendo le indispensabili azioni di rafforzamento ove necessarie”.
Un provvedimento, quindi, che sposta il focus da problematiche che occorrerebbe affrontare con massima priorità: la debole crescita economica, l’aumento della povertà e della precarietà, la crescita delle disuguaglianze, “e che – conclude Scacchetti – meriterebbero davvero una dichiarazione di stato di emergenza”.
e.m.