Un operaio ventiquattrenne di origini kosovare è morto stamattina poco dopo le 9.30 mentre lavorava in un cantiere condominiale a Milano, in via Edoardo Bassini 39. Illeso un collega. Le cause sono in corso di accertamento ma l’operaio, dipendente di una ditta del bresciano, avrebbe perso l’equilibrio cadendo dal terzo piano.
Sul posto I vigili del fuoco del Distaccamento di piazzale Cuoco, insieme a ATS, carabinieri, polizia locale e 118. In questi minuti i vigili del fuoco stanno mettendo in sicurezza l’area con la rimozione del materiale pericolante.
Stessa tragica sorte è toccata a un operaio italiano di 60 anni la notte scorsa a Carpiano, nel milanese. La vittima è stata investita da una motrice mentre camminava nel piazzale della filiale Dhl in cui lavorava. L’uomo era già in pensione, ma aveva scelto di continuare a lavorare per necessità. “Oltre all’assurdità della morte sul lavoro, c’è l’inconcepibilità che questo accada a un pensionato, costretto a lavorare per arrotondare una pensione erosa dal caro vita”, ha commentato Domenico Albanese coordinatore Uil Trasporti Lombardia che ha chiesto un “incontro urgente” con la prefettura di Milano e l’azienda e di sapere perché l’uomo “stesse lavorando in un polo logistico di notte”.
“È una strage continua”, dichiara Vincenzo Greco della segreteria Cgil Milano.” Non bastano più i minuti di silenzio e le promesse di intervento. Non basta continuare a parlare genericamente di ‘sicurezza’. Servono ispettori del lavoro – a Milano ce ne sono solo 20 –, formazione, regole e responsabilità chiare. C’è bisogno di un impegno concreto da parte di aziende e istituzioni. Serve, soprattutto, una cultura del lavoro e della prevenzione che rimetta al centro la vita, la sicurezza e la salute delle persone”.
“Stop alla politica degli annunci – conclude Greco –, non è più accettabile che si risponda a ogni tragedia con parole vuote e misure di facciata. Ogni vita persa sul lavoro è una sconfitta dello Stato e del sistema produttivo”.
Si unisce al cordoglio anche la segretaria generale della Cisl, Daniela Fumarola, a margine del congresso della Cisl Liguria, che denuncia: “È una strage che non si ferma, noi lo abbiamo detto: serve una strategia nazionale condivisa. Non basta il dispiacere, ma bisogna essere coerenti con le scelte che facciamo”.
Nell’incontro in programma l’8 maggio a Palazzo Chigi “ribadiremo la necessità di un patto che deve vedere tutti i soggetti interessati unirsi intorno ad un progetto concreto. Noi pensiamo che bisogna investire moltissimo in formazione, non solo per i lavoratori ma anche per le imprese”. Servono “più ispettori” per “mettere insieme prevenzione e repressione”, ha aggiunto. Bisogna, secondo Fumarola, “estendere la patente a crediti anche ad altri settori”.
“Noi pensiamo – ha poi aggiunto Fumarola in merito al referendum proposto dalla Cgil – che lo strumento del referendum non sia adeguato ad affrontare queste tematiche. Invece pensiamo e crediamo che bisogna confrontarsi e fare proposte. La contrattazione, il dialogo e la partecipazione sono gli strumenti per arrivare a risultati concreti anche su salute e sicurezza”.