Un incontro dopo i primi 20 mesi del ministro Adolfo Urso alla guida del ministero delle Imprese e del Made in Italy. Un incontro che ha visto riunito il gotha del mondo del sindacato, con i segretari generali di Cgil e Uil, Maurizio Landini e Pierpaolo Bombardieri, il segretario confederale della Cisl, Giorgio Graziani, e i numeri uno dei metalmeccanici di Fim, Fiom, Uilm e Ugl, Ferdinando Iuliano, Michele De Palma, Rocco Palombella e Antonio Spero. Al centro del confronto tra governo e sindacati la definizione di una politica industriale per i settori della siderurgia e dell’automotive, il primo attraversato dalla grande vertenza di Acciaierie d’Italia, ex Ilva, e il secondo dalla grande sfida della transizione verde e dai rapporti non sempre idilliaci dell’esecutivo e di alcune sigle sindacali con l’unico produttore di auto in Italia, Stellantis.
Il ministro Urso ha colto l’occasione per annunciare a settembre la presentazione di “ “Made in Italy 2030”, documento che traccia la politica industriale che noi vorremmo realizzare in sede nazionale con un respiro di almeno 5 anni, che mi auguro in sintonia con quella che sarà la politica industriale europea che verrà indicata dalla prossima Commissione europea che si insedierà a fine 2024 e con cui ci confronteremo”.
Nelle intenzioni del ministro il testo “sarà una sorta di libro verde: una proposta di analisi prospettiche con una serie di domande, che attiverà una consultazione pubblica sul modello che usa talvolta la Commissione europea con tutti gli stakeholders. Consultazione pubblica che ci permetterà di giungere poi a un documento finale, entro la fine dell`anno, che possa delineare la politica industriale del nostro Paese da qui ai prossimi anni”. Un obiettivo che richiederà per Urso anche il concorso dei sindacati.
Il titolare del MIMIT ha poi ricordato come “le risorse messe in campo da Usa e Cina e le politiche dei dazi per l’industria stia scatenando una guerra commerciale. Bisogna che anche l’ Europa inizi a ragionare su strumenti di protezione del mercato interno. Il Ministro ha poi parlato delle risorse stanziate per il nuovo piano “Industria 5.0” che sosterrà le aziende nella transizione digitale.
Per quanto riguarda la siderurgia, il ministro ha garantito l’impegno su Piombino a ricercare una soluzione nel breve termine, mentre sull’ex-Ilva ha parlato del bando di vendita e delle sollecitazioni fatte ai grandi player della siderurgia a rispondere con l’impegno, a garantire tutti i lavoratori.
Sul versante dell’automotive, Urso ha ricordato il tavolo che si terrà tra due giorni al MIMIT specifico su Stellantis, dove si farà il punto sul piano incentivi del settore, che dovranno sostenere anche la componentistica attraverso un piano triennale. Sempre sul fronte Stellantis, la notifica della cessione di Comau al governo, ha spiegato Urso, ha fatto scattare l’iter per dare avvio alla golden power.
Le parole del ministro hanno causato reazioni diverse all’interno della compagine sindacale. Per la Cgil e la Fiom “non sono arrivate le risposte che attendavamo. Abbiamo sottolineato che siamo di fronte ad un rischio molto concreto per il nostro sistema industriale e manifatturiero”, hanno affermato Landini e De Pama.
“Le due centralità dell`industria su cui bisogna investire con urgenza sono l’acciaio e il settore automotive per scongiurare il rischio di andare verso un processo di dismissione e non di transizione ecologica – aggiungono -. Nell’automotive i numeri parlano chiaro. Assistiamo ad incentivi di un miliardo di euro mentre aumenta la cassa integrazione in tutti gli stabilimenti, anche in Sevel, e si riducono i volumi produttivi. Tutto questo accade mentre i bilanci di Stellantis sono in netto miglioramento con un valore aggiunto prodotto più alto degli anni precedenti. Servono investimenti pubblici e privati per salvaguardare anche le aziende della componentistica e per attrarre altri costruttori che valorizzino la componentistica nel nostro Paese. Mentre sulla crisi che riguarda Industria Italiana Autobus, sono i lavoratori che in questi anni hanno tenuto aperti i due stabilimenti di Bologna e di Avellino”.
“Sulla siderurgia abbiamo chiesto garanzie su occupazione, ambiente e produzione in riferimento all’ex Ilva e a Piombino, occorre intervenire per far tornare le persone al lavoro e non perdere impianti strategici per il futuro della produzione di acciaio. E’ necessario che lo stato assuma un ruolo strategico e di gestione”.
“Tutte le attività industriali e manifatturiere si trovano di fronte ad un bivio – proseguono Landini e De Palma -: o si va nella direzione di una transizione sia ecologica che digitale, che assuma l`occupazione e il lavoro di qualità, con investimenti pubblici e privati molto consistenti, oppure nei fatti si sceglie un processo di progressiva riduzione e ridimensionamento fino alla chiusura delle attività più importanti nel nostro paese”.
“Per dare un futuro al nostro Paese fondato sul lavoro e sulla giustizia sociale – concludono -, abbiamo chiesto quindi che il confronto e la discussione avvengano a Palazzo Chigi, con la Presidenza del Consiglio e tutti i Ministeri coinvolti, con le organizzazioni sindacali e le associazioni imprenditoriali”.
Reazioni analoghe dal lato Uil. Il segretario generale Bombardieri ha precisato come “nel discorso di insediamento della presidente della Commissione europea parla di un piano industriale per la decarbonizzazione da fare in Europa nei prossimi 100 giorni”. Un tempo ben diverso dai 5 anni prospettato dal ministro nel suo libro verde. “Quindi – ha aggiunto Bombardieri – abbiamo chiesto al ministro di intervenire presso il Presidente del Consiglio peer chiedere un tavolo che sia in grado di chiarire al paese non solo alle organizzazioni sindacali e datoriali quali sono le scelte strategiche di politica industriale che questo Governo porterà al confronto con la Commissione europea e quali saranno i finanziamenti destinati”.
Per il segretario generale dei meccanici della Uil Palombella “l’incontro con il ministro Urso è stata un’occasione di aggiornamento sulla situazione che attraversano settori fondamentali come la siderurgia e l’automotive. Purtroppo, però, non abbiamo ricevuto nessuna risposta concreta sulle numerose vertenze aperte, che interessano da anni migliaia di lavoratori, e sulla gestione degli effetti della transizione ecologica, in particolare nell’automotive”.
“Per quanto riguarda l’ex Ilva vogliamo verificare ed essere aggiornati costantemente fino alla vendita della più grande azienda siderurgica italiana perché vogliamo garanzie reali su ambiente, occupazione e produzione. Anche per quanto riguarda Piombino registriamo dei rallentamenti per arrivare a una soluzione, in particolare resistenze nel cedere aree ai nuovi investitori. Sull’ex Alcoa di Portovesme vogliamo aggiornamenti e passi in avanti reali sulla reindustrializzazione dopo tanti anni e sull’Ast di Terni vogliamo che si superino gli attuali ostacoli tra azienda e amministrazione sull’Accordo di Programma e si avvii definitivamente il piano industriale che prevede importanti investimenti”.
“Su Stellantis negli ultimi anni abbiamo registrato una perdita di diecimila posti di lavoro, anche se con l’utilizzo di uscite incentivate e pensionamenti – sottolinea Palombella – oltre al calo drastico delle produzioni, ben distanti dal milione di veicoli auspicato. Bisogna accelerare con le politiche industriali per affrontare al meglio il passaggio all’elettrico, in primo luogo con un chiarimento definitivo da parte dell’Unione europea sulla scadenza del 2035 e sui passaggi intermedi che oggi costringerebbero a raddoppiare le quote di auto elettriche vendute. In questa direzione va la nostra richiesta di salvaguardia dell’intera filiera automotive e massima trasparenza sul futuro della Gigafactory di Termoli, per cui chiediamo un impegno straordinario affinché non sfumi il progetto di creazione della fabbrica di batterie.
“Abbiamo chiesto al ministro Urso chiarimenti su possibili nuovi produttori di auto in Italia – prosegue – arrivando a una decisione definitiva, dopo oltre un anno di polemiche e annunci. Sugli incentivi abbiamo chiesto se questi hanno aiutato l’industria italiana di auto oppure produttori stranieri e la massima attenzione da parte del Ministro sulla vendita di Comau, fiore all’occhiello della robotica di Stellantis. Per questo abbiamo chiesto da tempo un tavolo alla Presidenza del Consiglio, non ricevendo nessuna risposta. Urgono difatti interventi su ammortizzatori sociali e costo dell’energia che impegnano l’intero governo”.
“Ci aspettiamo un cambio di passo da parte del Ministro Urso e che sia Stellantis che il Governo terminino definitivamente la stagione degli annunci, delle polemiche sterili e delle promesse non mantenute” ha concluso Palombella.
Posizioni più morbide quelle espresse al termine dell’incontro da Cisl e Ugl. Per il segretario confederale del sindacato di via Po’, Graziani, “ è apprezzabile che si continui nel confronto con il ministero, venuto meno in questi mesi, e che finalmente si discuta di politica industriale nel paese dentro alla cornice europea. Per Graziani il “ “Piano Made In Italy 25/30” può diventare uno spazio dove poter costruire condizioni di protagonismo condiviso, e opportunità per un patto sociale per l’industria italiana e il lavoro. Dobbiamo insieme essere trainanti rispetto alle transizioni in corso”.
Il leader della Fim, Ferdinando Uliano, ha detto di condividere la “necessità di predisporre una strategia e un piano di politiche industriali, sicuramente il tavolo su automotive ha rappresentato un modello positivo di elaborazione e di confronto, anche se dobbiamo portare a concretizzazione con diversi aspetti da chiarire, questo però non è avvenuto per altri settori come ad esempio per la siderurgia e l’elettrodomestico”.
“Ad esempio – ha detto Uliano – il tema del costo dell’energia rappresenta sicuramente uno degli aspetti di criticità delle politiche industriali per tutti i settori industriali di questo tavolo e che vanno trattati dentro il perimetro europeo delle politiche industriali. Stessa cosa dicasi per gli ammortizzatori sociali necessari ad accompagnare le transizioni, pena il rischio di licenziamenti di massa. Sull’automotive il prossimo anno abbiamo in scadenza tutti gli ammorizzatori. Mentre sulla siderurgia ci sono elementi che necessitano ulteriori chiarimenti soprattutto rispetto agli interventi e risorse da mettere in campo rispetto alla transizione green. Vogliamo approfondire ulteriormente gli elementi di garanzia industriale e occupazionale per il Bando ex-Ilva”.
Su Camau il segretario ha sottolineato come “l’azienda rappresenta un gioiello di tecnologia per l’imprenditoria italiana che va messo in sicurezza con un ruolo attivo del governo”. Uliano ha posto l’attenzione al sito di Termoli, che vede la sospensione degli investimenti per la giga-factory, su questo serve un chiarimento sul futuro del sito molisano e sulla garanzia che l’investimento venga confermato.
“Sul tavolo Stellantis serve un ulteriore approfondimento sulla situazione degli investimenti predisposti, dopo le richieste sindacali di nuovi modelli, rispetto agli obiettivi della piena saturazione impianti e dall’obiettivo del 1 milione di veicoli entro 2030. La situazione di mercato sta pesantemente condizionando i volumi produttivi e un incremento dell’uso degli ammortizzatori” ha concluso Iuliano.
Per Antonio Spera, segretario nazionale Ugl Metalmeccanici, ed il vice segretario nazionale della Federazione, Daniele Francescangeli, “l`Ugl ha voluto fare il punto della situazione per quello che è stato fatto in questi primi 20 mesi e quello che sarà il prosieguo, con un confronto costante per le politiche di settore e i tavoli di crisi. Affrontate una serie di problematiche con delle soluzioni importanti, partendo dalle procedure di gara per la cessione dell`Ilva e la ripartenza del siderurgico di Piombino. Abbiamo appreso della concretizzazione del sito di Marelli, Crevalcore e la vertenza della Wärtsilä, stiamo programmando il rilancio dell`automotive con un piano incentivi per rilanciare il settore auto e sostenere i redditi più bassi per l`acquisto, con un piano triennale che accompagni la transizione e sostenga la produzione Europea, tenendo conto anche della componentistica. Bene per l`Ugl Metalmeccanici il raffronto sulla transizione 5.0 con diversi miliardi che verranno messi a disposizione per l`innovazione green e digitale, con dei piani riservati alla formazione dei lavoratori e l`indirizzo verso le nuove competenze”.
“L`Ugl Metalmeccanici – conclude Spera – ribadisce che c`è bisogno di certezze con tempi più veloci per garantire tutti i siti produttivi di auto nel nostro paese e i livelli occupazionali. Avremo ben in evidenza l`incontro tra Stellantis e Governo che avverrà mercoledì prossimo che proseguirà la plenaria del Tavolo Automotive. L`Ugl Metalmeccanici auspica un percorso condiviso a rilancio dell`unica azienda in Italia che produce auto con circa 40mila dipendenti diretti e il nostro Paese non può farne a meno di salvaguardare il prodotto e la filiera occupazionale ad esso collegato. Chiediamo, inoltre, che vengano messi in campo gli accordi di sviluppo delle regioni per sostenere tutte le filiere e venga rifinanziato il contratto di espansione per agevolare il cambio generazionale nelle aziende: convinti che a breve il ministro fornirà qualche notizia più precisa sul piano industriale, nel frattempo che l’Europa e i paesi europei decidano sulle scelte di politica che faranno, a iniziare dalla decarbonizzazione, la siderurgia e l’auto”.