Dopo sette anni di pressioni e impegno da parte dei patronati si è giunti all’approvazione del nuovo regolamento. Raffaele Minelli, presidente dell’Inca Cgil, qual è il suo giudizio?
È un regolamento positivo, può favorire i patronati che lavorano seriamente, creando nei fatti una distinzione con quelli che seriamente non lavorano, i patronati di comodo.
Perché?
Premia l’attività del patronato, che in precedenza non era valorizzata. Fissa dei criteri, attraverso un paniere di prestazioni dovute dai patronati ai cittadini, per poter ripartire il fondo nazionale, sostenuto per lo 0,225% dai lavoratori. L’80% del fondo è destinato all’attività e l’8% alle formule organizzative.
Cosa cambia questo nuovo regolamento?
Non ci sono cambiamenti sostanziali, ma l’elemento più importante è il riconoscimento del ruolo dei patronati, che pochi conoscono.
Come avviene questo riconoscimento?
Si basa su questioni di grande rilievo, quali la struttura organizzativa e l’articolazione sul territorio. Inoltre riconosce il lavoro nei confronti dell’immigrazione soprattutto in relazione ai flussi, ai ricongiungimenti familiari e in primo luogo ai permessi di soggiorno, servizio offerto gratuitamente agli stranieri.
Su quali terreni si impegna il patronato Inca?
Non soltanto, come troppi credono, sulle pensioni. Per noi è fondamentale il lavoro che svolgiamo sull’antinfortunistica e le malattie professionali, campi sui cui è necessario incrementare la conoscenza anche aumentando, per mezzo di campagne di stampa, l’informazione sulle leggi.
I prossimi appuntamenti dell’Inca?
Per l’1 e il 2 dicembre è previsto a Roma l’incontro “Forum delle migliori pratiche dell’Inca” sul ruolo del patronato.
10 ottobre 2008
Francesca Romana Nesci


























