Riapre domani lo stabilimento di Mirafiori, ma senza la Fiom. Dopo quasi un mese di sosta, tornano al lavoro 3.000 lavoratori del secondo turno della linea Idea-Musa e di entrambi i turni della Mito. L’ultimo giorno di lavoro era stato il 22 dicembre, quando avevano lavorato gli addetti della Mito e di un turno della Idea-Musa.
Domani, però, sarà anche il primo giorno senza la Fiom in fabbrica. Davanti alla storica porta 2 dello stabilimento torinese i metalmeccanici Cgil attaccheranno una serie di manifesti con il disegno di un lavoratore imbavagliato. Sarà distribuito inoltre, si apprende da fonti sindacali, un volantino nel quale sono richiamati gli articoli della Costituzione sulle libertà sindacali, mentre proseguirà la raccolta di firme a sostegno del referendum abrogativo del contratto del gruppo.
“È un rientro amarissimo e beffardo”, commenta Giorgio Airaudo, responsabile Auto della Fiom, perché in realtà “la fabbrica rischia una lenta eutanasia”. Il sindacalista osserva che “mai a Mirafiori sono state prodotte così poche auto: neanche 70.000 nel 2011”. Infatti, spiega, tra il 2002 e il 2004 “convenimmo con Umberto Agnelli che non si doveva scendere sotto la soglia delle mille auto al giorno che vuol dire 220.000 all’anno. Ora siamo a un terzo del minimo”.
“A questo si aggiunge – prosegue Airaudo – il fatto che Mirafiori era e formalmente è il quartiere generale del gruppo: le auto finora si programmavano qui. Ora avendo integrato le piattaforme con Chrysler per razionalizzare i costi, progetto e sviluppo si sposteranno sui tre continenti. Il problema è questo, non la sede amministrativa che ha effetti solo sul piano fiscale”. A suo avviso, “il rischio è che Mirafiori, già ridotta al lumicino, venga quindi ridimensionata anche su progetto e sviluppo”. (FRN)



























