Nella notte Donald Trump ha ordinato il lancio di 59 missili Tomahawk contro la base siriana di Al Shayrat, considerata da Washington la struttura da cui è partito il 4 aprile l’attacco chimico del regime di Bashar al-Assad su Khan Sheikun, dove sono morti oltre 80 civili.
L’ordine del Commander in chief statunitense è partitomentre ospitava al suo resort di Mar-a-Lago in Florida il presidente cinese Xi Jinping e dopo avere avvertito i leader al Congresso e la Russia.
Nell’attacco chimico “orribile” sfociato in una strage di “civili innocenti” tra cui “bambini bellissimi, uccisi brutalmente. Nessun figlio di Dio dovrebbe soffrire un simile orrore”, ha detto Trump spiegando che “prevenire e impedire la diffusione o l’uso di armi chimiche letali è nell’interesse vitale per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti”.
Quando in Italia erano le 2.40 di notte, i missili americani sono partiti da due cacciatorpedinieri Usa posizionati nella parte orientale del Mediterraneo, colpendo una base aerea a Shayrat, nel governorato di Homs. Compiendo quella che il Pentagono ha definito una “risposta proporzionale” all’attacco chimico che Damasco nega di avere compiuto a Khan Sheikhun (area in mano ai ribelli nella provincia di Idlib), l’amministrazione Trump ha lanciato un messaggio chiaro: c’è tolleranza zero per l’uso di armi chimiche contro persone innocenti.
Ancora incerto il bilancio delle vittime: secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani, ci sono “decine” di morti e feriti tra i militari della base, che “è considerata la seconda più grande base aerea della Siria e dove si trovano velivoli Sukhoi-22, Sukhoi-24 e MiG-23”. La Difesa siriana parla per ora di sei morti. Per il governatore della provincia di Homs ci sarebbero anche vittime civili nell’attacco lanciato da due cacciatorpedinieri Usa.
Trump – che ha chiamato “il mondo a unirsi per porre fine alla piaga del terrorismo – ha sottolineato che Assad “ha ignorato gli avvertimenti del Consiglio di sicurezza dell’Onu” e che “sono indiscutibili le responsabilità della Siria nell’uso delle armi chimiche”.
La decisione americana ha ricevuto l’immediato plauso di Gran Bretagna, Israele, e naturalmente Turchia e Arabia Saudita. Netta invece la condanna da parte dell’Iran, che ha denunciato “un atto unilaterale”, mentre la Cina ha invitato gli Stati uniti a evitare “qualsiasi ulteriore deterioramento” della situazione in Siria.
L’Unione europea era stata informata della probabilità di un’imminente svolta degli Stati Uniti, ha reso noto da parte sua l’Alto rappresentante per la politica estera dell’Ue, Federica Mogherini, che ha seguito durante la notte gli eventi con i servizi diplomatici dell’Ue al lavoro. Mogherini “ha ricevuto nella notte tra le altre la chiamata del presidente del consiglio Paolo Gentiloni ed è in contatto con Usa e Onu”, ha riferito una portavoce a Bruxelles.
Furiosa la prima reazione del Cremlino. Gli Usa hanno sferrato un attacco “a uno Stato sovrano, che costituisce una violazione delle norme del diritto internazionale, per giunta pianificato”, ha dichiarato Dmitri Peskov, portavoce del presidente Vladimir Putin. “Questa mossa da parte di Washington provoca un sostanziale danno alle relazioni russo-americane, che sono già ridotte a brandelli”, ha aggiunto il portavoce, secondo cui Putin, nell’attacco americano, vede anche “un tentativo di distogliere l’attenzione della Comunità internazionale dalle numerose vittime tra la popolazione civile in Iraq”. Il riferimento è al recente bombardamento da parte della coalizione a guida Usa su Mosul, che ha causato una strage di civili.
L’esercito di Bashar al Assad, ha ribadito il Cremlino, “non dispone di scorte di armi chimiche” e “la distruzione di tutte le scorte di armi chimiche delle forze armate siriane è stata certificata” dagli specialisti dell’Onu. Ma soprattutto, ha detto Peskov, Mosca ritiene che “ignorare totalmente il fatto che i terroristi (le formazioni islamiste che combattono contro Assad, ndr) usano armi chimiche peggiori notevolmente la situazione.”




























