Luglio si chiude male, per il Governo. L’ultima settimana del mese è stata scandita da eventi e notizie decisamente non buone, sia sul fronte delle riforme che su quello dell’economia. Al Senato, la scena l’ha conquistata la polemica – accesissima, in certi momenti sfociata in quasi rissa – sul “canguro”: meccanismo parlamentare applicato dal presidente Grasso, di fatto un machete che disbosca senza pietà la massa di emendamenti presentati dalla minoranza. Ciononostante, il governo è andato sotto alla prima votazione. Il premier, tuttavia non perde la fiducia, e giura che la riforma sarà approvata comunque nei prossimi giorni: in ogni caso prima che gli italiani, e i parlamentari, partano per le vacanze. Chi sembra abbia già fatto le valigie, invece, è il commissario alla spending review Carlo Cottarelli: l’ex dirigente del Fondo Monetario Internazionale, mercoledì, ha pubblicato sul suo blog una nota durissima, nella quale denuncia, in sintesi, che le risorse dovute ai tagli alla spesa pubblica vengono spese ancor prima di essere ottenute. Nel mirino, in particolare, i prepensionamenti nella PA, voluti dal governo per abbassare l’età media dei dipendenti e favorire l’ingresso di giovani. Ottimo obiettivo, peccato costi caro alle casse dello stato, e contrasti con la dichiarata intenzione di ridurre la spesa previdenziale.
Il j’accuse di Cottarelli ha suscitato reazioni diverse. Se il titolare dell’Economia, Pier Carlo Padoan, ha sostanzialmente condiviso la sua posizione, il sottosegretario Delrio e lo stesso Renzi lo hanno liquidato con poche parole (“faremo a meno di lui”), dando in pratica il benservito al commissario: la cui permanenza in carica, a questo punto, sembra prossima alla conclusione. Con il dubbio strisciante, tra l’altro, che lo stesso Padoan possa decidere di abbandonare a sua volta, entro la fine dell’anno. Intanto, non si hanno ancora notizie della legge di stabilità, che dovrebbe vedere la luce in autunno, mentre all’orizzonte si profila, sempre più concreta, l’ipotesi di una manovra correttiva tra i 16 e i 20 miliardi. La ripresa, infatti, non si vede nemmeno con il cannocchiale, anzi. I dati Istat anticipati giovedì annunciano altre tempeste: un barometro piuttosto indicativo è quello dell’inflazione, che continua a scendere. Un tempo sarebbe stato un segnale positivo, oggi è una pessima notizia, che dimostra la stagnazione del paese. E se pure i dati sul lavoro lasciano intravedere una schiarita, con un leggero aumento dell’occupazione, resta che gli stessi dati confermano il tracollo dei giovani, per ben il 43,7% senza alcun impiego. Nel frattempo, si moltiplicano di giorno in giorno le notizie sulla crisi: le ultime in ordine di tempo sono quelle della Coca Cola di Milano (oltre 300 persone a rischio dopo l’apertura di una procedura di licenziamento collettivo) e degli Acciai speciali di Terni, dove la Thyssen ha presentato un piano di ristrutturazione pesantissimo, provocando una dura reazione dei sindacati (con blocchi stradali sull’A1). Sul tema deindustrializzazione, il leader della Fiom, Maurizio Landini, ha annunciato per settembre una forte iniziativa nazionale dei metalmeccanici. In parallelo, Matteo Renzi ha a sua volta annunciato che dedicherà i mesi di agosto e settembre a un insolito “tour” nelle capitali della crisi: dieci tappe in tutto, da Napoli al Sulcis, dall’Aquila a Reggio Calabria, da Termini Imerese a Gela. Proprio su Gela arriva una delle poche buone notizie: dopo la mobilitazione dei sindacati e lo sciopero generale di martedì scorso, è stato siglato l’accordo che evita la chiusura dello stabilimento siciliano e di Porto Marghera. Un risultato positivo, arrivato dopo ben 24 ore filate di confronto tra sindacati ed Eni al Ministero dello Sviluppo: come ai vecchi tempi. Una prova che gli “ammuffiti riti sindacali” non sono poi così inutili, e che solo attraverso il dialogo e il negoziato si ottengono risultati. Naturalmente, la partita non è ancora chiusa, il confronto vero riprenderà in autunno. Così come finalmente ripartirà (dal 18 settembre) quello sul contratto dei bancari: dove al tavolo, in rappresentanza dei banchieri, siederà Alessandro Profumo, sicuramente un decisionista (non a caso ribattezzato dai media “Arrogance”), ma altrettanto sicuramente non un nemico a prescindere della dialettica col sindacato.
Infine, due notizie (anche queste non buone) sul fronte dell’informazione. Da oggi non è più in edicola L’Unità: è la terza volta che il quotidiano ex organo del Pci cessa le pubblicazioni, nei due casi precedenti è riuscito a rinascere, ai colleghi facciamo quindi i nostri auguri che non ci sia due senza tre. La seconda notizia è quella dell’addio ufficiale di Ferruccio de Bortoli al Corriere della Sera, che ha diretto per un totale di dodici anni, in due momenti diversi, in entrambi i casi lasciando non per sua volontà ma per decisione degli azionisti. Dal 1 maggio 2015, il quotidiano di Via Solferino avrà la firma di un nuovo direttore: chi sarà, ancora non è dato di sapere. Intanto, facciamo anche a de Bortoli i nostri auguri, e ci permettiamo di dirgli che ci mancherà.
Contrattazione
È stato siglato un importante accordo tra Fiat, CNH Industrial e Federmanager per il rinnovo del contratto collettivo di lavoro scaduto il 31 dicembre 2013. Il contratto, che si applica ad oltre 1.500 dirigenti, ha valenza per il biennio 2014-2015, recependo le proposte dell’Osservatorio paritetico. Inoltre, dopo 9 anni dalla scadenza, è stato rinnovato l’accordo economico collettivo per gli oltre 200.000 agenti e rappresentanti di commercio italiani del settore industriale. In settimana è stata siglata l’ipotesi di accordo per il rinnovo del contratto nazionale di lavoro 1 gennaio 2013 – 31 dicembre 2015 per gli oltre 75.000 dipendenti dei comparti dell’area artigiani tessile-moda, abbigliamento, calzature, occhiali e pulitinto lavanderie, scaduto il 31 dicembre 2012. Si è anche chiusa dopo notevoli difficoltà la vertenza Eni, dove il gruppo ha riconosciuto, siglando un’intesa, la validità degli accordi sottoscritti per la raffineria di Gela nel 2013 e per Porto Marghera nel 2014, per i quali erano previsti rispettivamente investimenti di 700 milioni e di 240 milioni. Buone notizie anche per la vertenza Nestlè, che si chiude con la firma del rinnovo del contratto integrativo per i 2000 dipendenti del gruppo.
Interviste
Il diario del lavoro ha intervistato il presidente di Federmanager Giorgio Ambrogioni, in merito all’accordo siglato con Fiat e CNH Industrial per il rinnovo del contratto di lavoro per i dirigenti. Inoltre il diario del lavoro ha riportato l’intervista a Giuseppe Sala sull’Expo 2015 pubblicata su Succedeoggi, giornale online diretto da Nicola Fano.
Documentazione
Nella sezione si possono consultare: I dati effettuati dall’Istat sulla disoccupazione giovanile, il testo dell’accordo integrativo del gruppo Nestlè e l’ipotesi di accordo del settore artigiani, area tessile.