“Occorre definire criteri nazionali che garantiscano standard adeguati alla realtà attuale, anche in considerazione del forte aumento numerico e delle cresciute necessità di assistenza delle persone non autosufficienti, nel nostro paese. Non sarebbe per noi accettabile un arretramento rispetto ai criteri più avanzati, faticosamente fissati, dopo anni di confronto, in molte Regioni”. E’ quanto sottolinea il segretario confederale della Cisl Sauro Rossi commentando l’incontro di ieri con la Componente tecnica della Commissione Salute della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome. Il tavolo è servito per approfondire i contenuti dello schema di Decreto che il Ministero della Salute ha trasmesso a tale organismo per acquisire l’intesa con cui, in attuazione della Legge sulla Non Autosufficienza, dovrebbero essere definiti criteri omogenei a livello nazionale per l’autorizzazione e l’accreditamento delle strutture residenziali e semiresidenziali per le persone Non Autosufficienti.
“Il documento in esame, che è frutto di un lavoro preparatorio già condiviso fra Ministero e rappresentanti delle Regioni, presenta alcune forti criticità che, a nostro giudizio, potrebbero pregiudicare la qualità dell’assistenza alle persone Non Autosufficienti – aggiunge Rossi -. In particolare abbiamo ribadito alle Regioni quanto precisato nella nota inviata, nelle scorse settimane, alla Conferenza stessa e al Ministero della Salute. Dovrebbero per noi essere oggetto di approfondimento e di modifica: la mancata distinzione tra criteri di autorizzazione e di accreditamento; la non definizione di un rapporto adeguato tra personale qualificato e numero degli assistiti, considerando il grado di complessità dell’assistenza; la riduzione dell’assistenza infermieristica a sole 12 ore al giorno. C’è poi poca chiarezza sulle figure professionali impiegate nell’assistenza, sulle garanzie di applicazione dei contratti collettivi siglati delle organizzazioni sindacali comparativamente più rappresentative nonchè sulla platea di strutture a cui applicare le nuove norme”.
“Occorre inoltre prevedere un maggior coinvolgimento delle organizzazioni sindacali nei percorsi di attuazione e di monitoraggio della norma a livello regionale e precisare meglio i distinguo tra le strutture già operanti e quelle di futura attivazione. Auspichiamo che dalla discussione in atto emerga una chiara volontà di modifica degli aspetti più controversi, al fine di garantire la miglior assistenza possibile alle persone non autosufficienti”, conclude Rossi.