Secondo l’Ocse, in Italia cala il livello di pressione fiscale, al 42,9% nel 2016, ovvero 0,4 punti in meno dal 43,3% registrato nel 2015. Il dato è contenuto nella scheda sulla Penisola pubblicato nel rapporto annuale sulle entrate fiscali dei Paesi che fanno parte dell’Organizzazione. In generale, nell’area Ocse si riscontra un aumento della pressione fiscale di 0,3 punti, al 34,3% in media,
L’Ocse rileva altresì che l’attuale livello di pressione fiscale in Italia risulta superiore al 40,6% cui si attestava nel 2000. Dall’inizio del nuovo millennio il picco di pressione fiscale è stato toccato nel 2013, con il 44,1%, all’opposto il minimo risale al 2005 con il 39,1%.
L’Italia, afferma l’Organizzazione, ha il sesto livello più elevato in termini di entrate fiscali rispetto al Pil tra i 35 Paesi aderenti, una posizione che si conferma rispetto al 2015. Il valore più elevato in assoluto è il 45,9% della Danimarca, seguita dal 45,3% della Francia e dal 44,2% del Belgio. L’Italia si colloca tra Svezia e Austria mentre la Germania, locomotiva Ue, risulta 12esima con il 37,6% di pressione fiscale.
Ultimo è il Messico, dove le tasse pesano appena il 17,2% del Pil, assieme al Cile, con il 20,4%, ma anche l’europea (e membro dell’area euro) Irlanda, dove la pressione fiscale è di appena il 23%.
E.M.


























