Dopo due anni di discussioni, confronti, audizioni, e dopo che il testo originario è stato arricchito da numerosi contributi, a partire dai testi elaborati dalla Commissione Antimafia, il decreto legge sui beni confiscati alle mafie (ddl 1138) arriva all’esame dell’aula di Montecitorio.
“Si tratta di un passaggio fondamentale per questa proposta di legge di iniziativa popolare sostenuta da un vasto schieramento di associazioni, che dopo aver raccolto le firme necessarie il 3 giugno 2013 consegnò il testo alla Presidente della Camera, Laura Boldrini”. Lo dicono le associazioni che hanno promosso in questi due anni la battaglia per la legge: Arci, Avviso Pubblico, Centro Studi Pio La Torre, Cgil, Libera e Sos Impresa.
“Nel sottolineare il lungo percorso democratico, iniziato dal coinvolgimento della società civile che ne è stata protagonista diretta – si legge nel loro comunicato – vogliamo evidenziare l’urgenza che il Parlamento, nella sua autonomia, legiferi. Siamo infatti di fronte ad un fenomeno, quello dei sequestri e delle confische per mafia di beni ed aziende, in crescita esponenziale che non avendo a disposizione strumenti efficaci mette a rischio posti di lavoro e indebolisce la lotta contro le mafie. Abbiamo bisogno di riconsegnare alla legalità e alla collettività i beni e le aziende sottratte alle organizzazioni criminali, evitando, come purtroppo capita, fallimenti, degrado, speculazioni. Il testo che andrà in aula alla Camera è frutto di un lavoro lungo e articolato, che ha affrontato i numerosi punti critici emersi nel confronto e nella discussione in Commissione giustizia. Nella proposta di legge esistono novità importanti e positive, soprattutto per quanto riguarda ruoli e funzioni dell’Agenzia nazionale e l’indispensabile supporto, anche di natura finanziaria alle aziende, con cui salvare quelle sane e tutelare i lavoratori.
“Ci auguriamo – concludono le otto promotrici della campagna – che da domani il dibattito tra le forze politiche possa portare a superare le divergenze ancora esistenti, arrivando ad un testo il più possibile condiviso. Il nostro auspicio è che si approvi rapidamente un provvedimento atteso da troppo tempo e non più rinviabile, per tutelare i lavoratori e rendere più efficace l’azione dello Stato nella confisca e nel riutilizzo sociale dei patrimoni liberati dal giogo mafioso”.