La speranza di vita si allunga ma non è per forza una buona notizia per le casse dello Stato. Questa mattina, l’Ordine degli attuari ha presentato presso l’Inps a Roma lo studio “Mortalità dei precettori di rendita in Italia”. Il convegno è stato introdotto dal Presidente dell’Inps Tito Boeri mentre il gruppo di lavoro che ha redatto lo studio ha spiegato i risultati dell’indagine. Secondo lo studio la speranza di vita tra i pensionati in dici anni fino al 2011 è passata dai 17/20 anni ai 18/21 per gli uomini e dai 20/23 anni ai 22/25 per le donne. Questo vuol dire che in media gli uomini vivono fino a 83/86 anni mentre le donne fino agli 87/90. La vita media però raggiungerà da qui al 2045 gli 88 anni per gli uomini e i 92 per le donne.
Il risultato interessante che potrebbe essere dato per scontato e che risulta evidente dallo studio è il seguente: chi riceve una pensione ha la possibilità di vivere più a lungo rispetto a chi non la riceve. Un dato che riguarda trasversalmente i dipendenti privati, quelli pubblici, i lavoratori autonomi dello spettacolo e dello sport, avvocati, medici, questi ultimi i più longevi, ragionieri e periti commerciali, agenti e rappresentanti di commercio.