La parola d’ordine e’ ‘’competitivita’ responsabile”. Su questa base nasce il Protocollo firmato a fine aprile dall’Enel con Cgil, Cisl e Uil e i sindacati di categoria. Si tratta, in realta’, di due documenti diversi, il primo sulla responsabilita’ sociale d’impresa, il secondo per istituire un Osservatorio sulle Politiche industriali, ambientali e occupazionali. Quest’ultimo, in particolare, rappresenta un primissimo punto di partenza dal quale si potrebbero avviare esperienze di partecipazione tra sindacati e imprese. I due accordi si inseriscono infatti nel solco di una solida tradizione di coivolgimento e confronto costante tra le parti, che ha portato l’Enel e le organizzazioni sindacali a condividere ‘’un modello di crescita aziendale che coniuga la creazione di valore con l’attenzione ai suoi effetti economici, sociali e ambientali”. Vale la pena di sottolineare che da questa tradizione di buoni rapporti tra le parti era gia’ scaturito, nel dicembre 2003, un importante protocollo sulle relazioni industriali, che oggi viene rilanciato e potenziato.
In particolare, gli accordi di aprile rilanciano la centralita’ della ‘’persona” e del suo ‘’valore”, che non puo’ essere scavalcato dalla rincorsa al profitto. Non si tratta di semplici enunciazioni di principio: l’Osservatorio costituira’ infatti una ‘’sede privilegiata” nella quale azienda e sindacati discuteranno assieme le scelte strategiche dell’Enel. Saranno oggetto di scambio di informazione e di esame le questioni relative alla sicurezza delle fonti di approvvigionamento, alla liberalizzazione del settore, alla tutela dell’ambiente e allo sviluppo della politica industriale dell’azienda, nonche’ le azioni e i programmi discendenti dall’applicazione del protocollo sulla responsabilita’ sociale. L’Osservatorio e’ composto da 12 membri, 6 di nomina aziendale (cui spetta anche il coordinatore) e altrettanti di parte sindacale. Si riunira’ almeno due volte l’anno: dopo la presentazione del bilancio consuntivo e per un successivo aggiornamento entro il 30 novembre di ogni anno. Esaminera’ lo stato degli investimenti, lo sviluppo delle attivita’, la conguita’ dei livelli occupazionali, i risultati economici, ecc. Potra’ inoltre promuovere iniziative di studio nel campo dello sviluppo sostenibile, delle fonti rinnovabili e del risparmio energetico, ricorrendo anche a finanziamenti nazionali e regionali disponibili. Recentemente il leader della Cgil, Guglielmo Epifani, ha definito l’Osservatorio un esempio da estendere anche ad altri grandi gruppi industriali; compresa, magari, la stessa Fiat.
(I testi degli accordi nella rubrica Documentazione)
Nunzia Penelope
28 maggio 2009
























