Pam Panorama è finito al centro della bufera dopo la denuncia della Filcams-Cgil Toscana che ha fatto emergere “un modello ottocentesco” di lavoro. Negli ultimi giorni, infatti, la catena di GDO ha licenziato e multato alcuni dei suoi dipendenti per i motivi più disparati e “spesso pretestuosi”: merce esposta in modo ritenuto non corretto, presunte lamentele di clienti, sanzioni spropositate. “Si parla di multe superiori alle quattro ore per ritardi di pochi minuti, sospensioni cautelative per presunte irregolarità in punti vendita dove un solo dipendente è costretto a sorvegliare più corsie, fino ad arrivare a licenziamenti del tutto immotivati. Tra questi, una parte riguarda il “test carrello”, durante il quale un ispettore occulta volutamente merce dentro altre confezioni. Se il cassiere cade in questo vero e proprio tranello, viene licenziato per omesso controllo.
Ma dinanzi alle denunce la dirigenza non arretra, confermando la sua posizione anche durante l’incontro con le strutture nazionali di Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs e una delegazione di rappresentanti delle lavoratrici e dei lavoratori che si è tenuto giovedì 20 novembre in un clima estremamente teso. L’azienda, spiegano i sindacati in una nota unitaria, si sarebbe trincerata dietro un modulo formativo di dieci slide, erogato a inizio anno, in cui figurano una quarantina di dipendenti, definiti appunto ispettori, per testare la condotta dei lavoratori. “Un’azienda segnata da una cronica carenza di manodopera decide deliberatamente di investire risorse in un’azione finalizzata al licenziamento dei propri dipendenti. È inaccettabile”. Per Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs, l’atteggiamento aziendale si spiegherebbe con la volontà di colpire una specifica fascia di dipendenti: lavoratrici e lavoratori con anzianità significativa, età anagrafica elevata, titolari di legge 104 o con limitazioni su salute e sicurezza. Coloro i quali, dunque, non rispondono “ai livelli di produttività auspicati dall’azienda”.
Pam Panorama ha replicato con un’accusa di diffamazione. Ma ciò che ha colpito ulteriorimente i sindacati è stata la presenza, durante l’incontro, “di un soggetto non identificato che, solo dopo l’insistenza delle organizzazioni sindacali, è stato qualificato come addetto interno alla sicurezza”, nonché di altre persone qualificatesi come funzionari della Questura. “Una provocazione inaccettabile, al limite della possibilità stessa di un confronto democratico. Un fatto grave e lesivo delle prerogative sindacali. È questo il clima in cui dovrebbe svolgersi un confronto tra parti contrapposte che dovrebbero comunque cercare un punto di mediazione? O si tratta dell’ennesimo segnale dell’impostazione inaccettabile di questa azienda associata a Federdistribuzione?”.
Per tutte queste ragioni, le strutture nazionali e territoriali di Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs proseguiranno nelle azioni di denuncia di quanto sta accadendo all’interno di Pam Panorama, tutelando le lavoratrici e i lavoratori in tutte le sedi opportune e definendo nelle prossime ore ulteriori iniziative sindacali.























