Dopo lo stato di agitazione indetto a luglio, con il blocco degli straordinari, della flessibilità e iniziative svoltesi in ambito territoriale, lunedì 18 ottobre i panificatori aderenti a Flai Cgil, Fai Cisl, Uila Uil scenderanno in piazza con due presìdi contemporanei a partire dalle 10, organizzati sotto la sede delle associazione datoriali. Federpanificatori Filpa in via Alessandria e Assopanificatori Fiesa Confesercenti in piazza San Silvestro.
Ad annunciarlo, in una conferenza congiunta, i segretari Sara Palazzoli (Flai Cgil), Patrizio Giorni (Fai Cisl) e Guido Majrone (Uila Uil).
Il rinnovo del contratto nazionale di lavoro per un settore che occupa 80.000 addetti in 25.000 imprese tarda da 3 anni. “Persone – ha detto Giorni – che hanno lavorato anche nei periodi più bui per fare arrivare il pane sulle tavole degli italiani. Non è giusto che non gli venga riconosciuto il rinnovo del contratto”.
Un contratto che, storicamente era siglato con due associazioni, Federpanificatori Filpa e Assopanificatori Fiesa, finch è i due tavoli non si sono separati. Ora i sindacati stanno negoziando il rinnovo con due controparti diverse. “Nel tavolo di confronto – ha spiegato Sara Palazzoli – i lavoratori stanno pagando da un lato il fatto che le controparti sono separate e che tra loro hanno difficoltà di comunicazione e anche il fatto che all’interno della stessa associzione datoriale ci sono forti contraddizioni”.
La situazione, ha detto Giorni, è di “uno stallo totale: con Federpanificatori Filpa non c’è confronto dal 20 maggio. A marzo ci hanno proposto un documento inaccettabile, che a scardinare il sistema del Ccnl inserendo gabbie salariali nelle varie regioni per pagare al Sud meno che al Nord e aggiungere un addendum che demolirebbe diritti e restribuzioni in caso di eventi pandemici o di altri tipi di crisi economiche”.
Con Assopanificatori Fiesa, invece, ci sono stati “incontri numerosi ma nell’ultimo del 15 luglio ci è stato detto che non ci sono soldi. Per noi – ha aggiunto Giorni – ci sono tutti i presupposti per affrontare le questioni salariali e chiudere il confronto”.
Guido Majrone (Uila Uil) ha sottolineato come sia “inaccettabile che i lavoratori in un periodo di ripresa economica importante e di Pil in crescita non possano avere il rinnovo del contratto. Sta ripartendo l’inflazione – ha detto – ed è difficile pensare a un rilancio dei consumi se non si riescono a rinnovare i contratti dando importanza all’intervento salariale. Le controparti stanno giocando sul tempo e sulla vacanza contrattuale risparmiando sul costo del lavoro e per noi è una posizione inaccettabile”.
E.G.