Nella settimana in cui è stato firmato il contratto nazionale del gruppo Fiat che prende spunto dal l’intesa di Pomigliano, nello stabilimento campano è stata consegnata da quattro operai la prima Panda realizzata nella fabbrica. Alla presentazione erano presenti anche i ministri dello Sviluppo Corrado Passera, e del Lavoro, Elsa Fornero. Gli esponenti del governo hanno prima visto i filmati sulla nuova Panda e sui programmi futuri del gruppo Fiat, poi hanno visto la linea di produzione della nuova auto in funzione. Infine hanno incontrato i lavoratori dello stabilimento.
Fuori dallo stabilimento si è tenuta una protesta dei lavoratori iscritti alla Fiom, sindacato che non ha firmato né il contratto di Pomigliano né quello nazionale del gruppo, e di fatto è ormai fuori dalle fabbriche del gruppo Fiat.
Dal punto di vista tecnologico il nuovo impianto è altamente automatizzato, come è testimoniato dai circa cento robot Comau di ultima generazione (a polso cavo) capaci di effettuare oltre 500 punti di saldatura in pochissimi minuti. All’avanguardia anche le linee modulari per le fiancate, dal peculiare schema “a farfalla” che permettono di aggiungere e togliere elementi in base alle esigenze produttive e di costruire fino a 4 modelli anche di segmenti diversi.
Rinnovate integralmente anche le linee di lastratura con un esercito di robot (600) nonché l’intero processo di verniciatura ora automatizzato.
Inoltre, Fabbrica Italia Pomigliano è dotata di un impianto ultramoderno per lo stampaggio di materiali plastici in modo da realizzare in loco alcune parti, come i paraurti.
Diverse l’opinione dei sindacati sul futuro dello stabilimento. Se da una parte vi è l’ottimismo di Cisl, Uil, Ugl e delle loro categorie, dall’altra vi è la nettissima opposizione della Fiom Cgil e la più moderata opposizione dalla Cgil.
Secondo Giuseppe Terracciano, segretario generale Fim Cisl di Napoli, lo stabilimento è tra i migliori del mondo e “rappresenta la dimostrazione che si può investire al Sud”. “Da lunedì – aggiunge – saranno 800 su 4000 i lavoratori che rientreranno in fabbrica. Sul andamento delle assunzioni, che dipenderà anche dalle vendite della Panda, abbiamo chiesto un incontro con l’azienda che si dovrebbe tenere a gennaio”. Terracciano chiede anche che in prospettiva lo stabilimento produca auto di altre fasce. “Solo ora, conclude, “ci si accorge dell’enorme importanza del lavoro che abbiamo fatto come sindacati. Abbiamo fatto in modo, non solo che lo stabilimento non chiudesse, ma che venissero investite risorse ingenti in una delle zone più depresse del paese”.
Dello stesso avviso anche il segretario generale della Uil Campania, Anna Rea. “Bisognerebbe – sostiene – farlo visitare a tutti il Gian battista Vico, lo storico stabilimento della Fiat messo completamente a nuovo. Tutto è stato profondamente innovato, i macchinari, i reparti con particolare attenzione per la sicurezza dei lavoratori. Siamo di fronte ad un investimento serio, che in questo momento di depressione economica e produttiva è come manna dal cielo. Non solo perché riaprire un’azienda, piuttosto che chiuderla, oggi rappresenta una vera conquista per il sindacato, i lavoratori e l’impresa stessa, ma anche perché si rinnova la sfida, si ritorna a produrre, si mantengono occupazione e professionalità ed un presidio industriale importante in provincia di Napoli”.
La prospettiva muta completamente nell’ottica del segretario generale della Cgil Campania, Franco Tavella, che nota come “la notizia positiva del salvataggio dello stabilimento venga cancellata dal fatto che sia avvenuta a scapito dei diritti dei lavoratori e del sindacato più rappresentativo, la Fiom che si trova ora fuori dall’azienda”. Tavella è sostiene anche che “uno stabilimento così meccanizzato per assumere molti lavoratori deve avere vendite straordinarie”.
Ancora più dura la posizione del responsabile del settore auto della Fiom Cgil, Giorgio Airaudo che esprime forti dubbi sulla possibilità che il mercato assorba un numero così alto di Panda come è stato preventivato. E quindi è molto preoccupato per i livello di occupazione che stabilimento potrà garantire”.
Positivo invece il giudizio Ciro Esposito dell’Ugl Metalmeccanici di Napoli, per il quale “c’è la sensazione che le cose siano andate per il verso giusto e che si possa arrivare se le vendite andranno bene alla piena assunzione dei lavoratori ancora in cassa integrazione”.
Luca Fortis


























