Salta quota 104 per accedere al pensionamento anticipato. Per il 2024 resta in vigore quota 103, ossia 41 anni di contributi e 62 di età anagrafica, ma con una stretta sul trattamento economico che sarà calcolato esclusivamente con il sistema contributivo fino a quando non si raggiungono i requisiti per la pensione di vecchiaia e comunque non può superare quattro volte il trattamento minimo, ossia circa 2.240 euro lordi al mese. Lo prevede l’ultima bozza del ddl di bilancio.
Novità anche per la finestra di uscita per i lavoratori del settore privato, con l’allungamento di un ulteriore mese. Dal momento della maturazione dei requisiti devono passare sette mesi per andare in pensioni, mentre le bozze precedenti prevedevano sei mesi e attualmente sono richiesti 3 mesi.
Per i dipendenti pubblici resta confermata la finestra di uscita di nove mesi già prevista nelle bozze circolate nei giorni scorsi. Attualmente è di 6 mesi.
Si riduce all’85% per il 2024 la rivalutazione delle pensioni non superiori a 5 volte il minimo, ossia circa 2.800 euro lordi al mese. Nelle bozze del ddl di bilancio circolate in precedenza l’indicizzazione per pensioni fino a quell’importo era prevista al 90%.
Restano confermate le percentuali di indicizzazione per le altre fasce di pensioni, percentuali che scendono con l’aumentare degli importi: 100% per i trattamenti non superiori a 4 volte il minimo (circa 2.250 euro lordi a mese), 53% per le pensioni tra 5 e 6 volte il minimo (fino a circa 2.800 euro), 47% per quelle tra 6 e 8 volte il minimo (fino a 4.500 euro), 37% per quelle tra 8 e 10 volte (fino a 5.600 euro) e 22% per pensioni sopra 10 volte il minimo (superiori a 5.600 euro).
e.m.