Sette mesi inutili. E’ lapidario il commento della segretaria confederale della Cgil, Lara Ghiglione, dopo l’incontro al ministero del Lavoro sulle pensioni. “Dopo sette mesi di incontri, prima con la Ministra Calderone, poi con l’Osservatorio tecnico da lei istituito – afferma la segretaria confederale – non siamo ancora in grado di dire alle lavoratrici e ai lavoratori quando e come potranno aver accesso alla pensione”.
“Oltre a non aver avuto risposte sulla pensione di garanzia per i giovani, anche durante l’incontro odierno sul tema della flessibilità in uscita abbiamo esplicitato le richieste della nostra piattaforma unitaria sulla previdenza, senza alcun riscontro da parte del Ministero. Evidentemente – afferma Ghiglione – il governo ha capito di non poter rispettare gli impegni che il centrodestra ha assunto durante la campagna elettorale, quando prometteva alle elettrici e agli elettori di farli accedere alla pensione con i 41 anni di servizio o il superamento della legge Fornero”.
“Noi – prosegue la sindacalista – continueremo a batterci per i 62 anni di età, i 41 di anzianità di servizio a prescindere dall’età, per il pieno riconoscimento dei lavori gravosi e usuranti e del lavoro di cura. A fine anno – sottolinea – scadranno diverse misure, a partire dall’ape sociale e opzione donna. Su quest’ultima misura è necessario, oltre alla proroga, il ripristino dei requisiti previgenti e occorre tenere conto che le donne, più di tutti, hanno pagato le riforme previdenziali che si sono susseguite”.
“In assenza di risposte la previdenza resterà una delle tante ragioni della nostra mobilitazione che ci riporterà in piazza in autunno” ha concluso Ghiglione.
Una bocciatura arriva anche dalla Uil per bocca del segretario confederale Domenico Proietti che sottolinea il silenzio del governo anche al tavolo di oggi.
“Nel corso dell’incontro – ha spiegato il sindacalista – ci hanno chiesto, per l’ennesima volta, di illustrare le proposte unitarie sulla flessibilità pensionistica, cosa che per educazione abbiamo fatto. Discussione puramente accademica e senza alcun costrutto. È arrivato il momento che il Governo scopra le carte e dica, come ripetutamente affermato in campagna elettorale, se vuole introdurre una flessibilità di accesso alla pensione più diffusa.
Più distensivo e conciliate il commento della Cisl, con il segretario confederale Ignazio Ganga che al governo ha chiesto “regole certe e stabili nel tempo al sistema pensionistico”.
“Nell’incontro – puntualizza Ganga – ci si è confrontati sulla flessibilità per andare in pensione e sugli esodi. La Cisl ha ribadito che è necessario consentire l’accesso alla pensione dai 62 anni di età ma anche, senza alcun riferimento all’età, in presenza di 41 anni di contributi. Inoltre, bisogna eliminare le soglie economiche che restringono le possibilità di accesso alla pensione per chi rientra nel calcolo interamente contributivo della pensione”.
Per il sindacalista cislino “la rigidità di queste soglie, introdotta dalla legge Fornero, è in contrasto con il sistema contributivo disegnato nel 1995. Infatti, se non si raggiunge una pensione di almeno 700 euro al mese, la pensione di vecchiaia è rinviata a 71 anni e quindi conviene l’assegno sociale che si ottiene a 67 anni. In sostanza con le regole attuali si assiste al paradosso che l’assistenza rischia di diventare più favorevole della pensione calcolata sui contributi. In ogni caso, la Cisl ha ribadito che la flessibilità per andare in pensione non può essere scambiata con il calcolo interamente contributivo della prestazione”.
“Esodi, isopensione e contratto di espansione devono essere sostenuti anche per estenderli alla piccola e media impresa a condizione, secondo la Cisl, che siano collegati all’assunzione di giovani e che, in ogni caso, i lavoratori coinvolti in processi di riorganizzazione aziendale non vengano penalizzati sulla futura pensione. Questi strumenti non possono, tuttavia – ha concluso il segretario confederale – sostituire regole generali per alleggerire i requisiti per andare in pensione. Certezza e stabilità delle regole insieme a sostenibilità sociale ed equità sono gli obiettivi della Cisl per la riforma del sistema previdenziale”.
Tommaso Nutarelli