Una riforma delle pensioni che superi il sistema Fornero ormai “non è più rinviabile”. L’ha affermato il segretario generale della Cgil Maurizio Landini, intervenendo oggi al webinar “Previdenza. Cambiare le pensioni” organizzato da Cgil-Cisl-Uil.
“Riformare le pensioni ormai non è più rinviabile, ha detto Landini, chiedendo un superamento della riforma Fornero. “Ormai mi sembra chiaro che più che una riforma fu un taglio chiesto allora dall’Europa e la cosa più immediata fu intervenire sulle pensioni”, ha affermato Landini. “Da questo punto di vista – ha proseguito – lo stesso intervento di quota 100 che aveva permesso ad alcuni lavoratori di uscire, non è stato un intervento di riforma. Al suo interno aveva le sue contraddizioni”.
Landini ha affermato che sarebbe necessario “collocare una vera riforma del sistema pensionistico dentro un’idea di superamento della precarietà nel lavoro”, in un momento in cui c’è anche “la possibilità di investimenti”.
“Questo tema di un lavoro non precario ma stabile, di combattere lavoro nero ed evasione contributivo, non sono cose scollegate dalla riforma delle pensioni”, ha ricordato il leader della Cgil, secondo il quale l’obiettivo è un “sistema solidale fondato su un aumento del lavoro stabile, sicuro, garantito che paga i contributi e le tasse”. Per ottenerlo, questo “non è il momento di fare riforme a pezzettino, perché riforme a pezzettini non esistono”.
Con la fine di quota 100 è impossibile “tornare senza colpo ferire al modello Monti-Fornero”. L’ha detto il segretario generale della Cisl Luigi Sbarra
“Pensare che dopo la fine di quota 100 sia possibile tornare senza colpo ferire al modello Monti-Fornero, con un salto anagrafico che per molti sarebbe di cinque anni, significa non essere sintonizzati con la vita reale delle persone”, ha detto il segretario della Cisl, paventando che il “reiterarsi di situazioni come quella degli esodati”.
“Secondo noi – ha detto ancora Sbarra – occorre invece ragionare subito di una flessibilità dell’accesso della pensione a partire da 62 anni di età, un traguardo assolutamente sostenibile sotto il profilo finanziario”.
“Per noi non sono accettabili penalizzazioni sulla parte retributiva della pensione come previsto anche da recenti proposte di legge che pretenderebbero di far pagare a una medesima generazione per la terza volta una misura peggiorativa attraverso la prospettiva di un ricalcolo interamente contributivo della pensione anche del periodo precedente al 1996. Per questo pensiamo che sia possibile ragionare di una flessibilità nell`accesso alla pensione a partire dai 62 anni di età”, ha detto ancora Sbarra.
Per il leader della Cisl la previdenza riguarda anche i giovani.
“E` in questa prospettiva che si colloca la nostra idea di una “pensione contributiva di garanzia” che tenga conto dei periodi di lavoro, e di periodi che potremmo definire “qualificanti”: formazione, periodi di cura, disoccupazione involontaria.
E` necessario e non più rinviabile, per Sbarra, disegnare un modello che riesca a garantire una pensione dignitosa anche a chi ha carriere di lavoro discontinue”.
Anche sul tema della donne, Sbarra ha ricordato che “esse sono state le vittime delle riforme previdenziali degli ultimi tempi. Per questo in piattaforma chiediamo la proroga dell`opzione donna. La pensione contributiva di garanzia potrebbe rappresentare uno strumento utile per molte donne, ma secondo noi sarebbe necessario almeno un ulteriore intervento dedicato alle donne con figli: il riconoscimento di 12 mesi per figlio per anticipare l`età della pensione oppure a scelta della lavoratrice incrementare il coefficiente di calcolo della pensione. Anche la valorizzazione dei lavori di cura, che riguardano moltissime donne, a fini pensionistici è un tema che vogliamo affrontare”.`
L`incremento dei requisiti pensionistici operato dalla legge Fornero è stato scioccante per chi svolge lavori gravosi e usuranti. “Per questo chiediamo che sia allargata la platea di accesso dell`Ape Sociale e semplificate le procedure di verifica.
L`Ape sociale dovrebbe essere reso maggiormente accessibile a tutti coloro che hanno terminato contratti di lavoro a tempo determinato, e dovrebbe essere rafforzato nell`importo dovrebbe tutelare i lavoratori “fragili” e andrebbe rafforzato nell`importo”. Per il leader Cisl “esiste poi il delicato aspetto della tutela del potere di acquisto delle pensioni che per il sindacato non è un optional. Sostenere il reddito dei pensionati con la rivalutazione e l`ampliamento della platea che può accedere alla cosiddetta “quattordicesima” è necessario.
Così come è necessario ridurre l`imposizione fiscale oltre che sui lavoratori dipendenti, anche sui pensionati. Infatti, a fronte del cospicuo contributo al gettito fiscale, i pensionati sono stati ulteriormente penalizzati dal momento che il “Bonus 80 €” a essi non è stato applicato e non si applica neppure il cuneo fiscale”.
TN