Riusciranno chimici e tessili a varare una piattaforma unitaria per il rinnovo dei loro contratti? E’ quanto si chiedono un po’ tutti in queste settimane, dopo l’accordo separato con Confindustria, ma anche dopo la decisione del direttivo Cgil di cercare in tutti i modi di restare nel gioco proprio con piattaforme rivendicative contrattuali unitarie. Sui meccanici nessuno fa più conto. Gianni Rinaldini ha detto senza esitazioni che andrà al rinnovo del biennio economico 2010-2011 e un primo incontro con i colleghi di Fim e Uilm non sembra aver dato riscontri positivi. Ma per chimici e tessili è diverso. Le due categorie della Cgil hanno dichiarato il loro impegno. E per la Femca, il sindacato della Cisl, vale lo stesso impegno.
Ne fa fede quanto ha affermato ieri Sergio Spiller, segretario nazionale Femca al congresso della federazione, riprendendo del resto quanto il giorno prima aveva detto nella relazione introduttiva con grande forza Sergio Gigli, il segretario generale dell’organizzazione. Spiller ha detto con nettezza che l’obiettivo della Femca è quello di arrivare a una piattaforma unitaria. Non sarà facile, ha riconosciuto, ma ci si può riuscire . Ci possiamo riuscire, ha aggiunto, .
Tutti sanno che la storia dei tessili e soprattutto dei chimici è tutta costellata di grandi risultati nel campo delle relazioni industriali. Accordi molto innovativi e coraggiosi, spesso prima della scadenza, senza ricorrere a scioperi, con soddisfazione dei problemi di tutte e due le parti. Stavolta può accadere lo stesso appunto, come ha detto Spiller, . Pratica certo più facile a dirsi che a farsi. Ma la Femca vuole fare sul serio e può riuscirci.
Spiller ha fatto degli esempi proprio sui punti indicati come i più caldi dalla Cgil.
Quello delle deroghe, per esempio. .
Lo stesso vale per la bilateralità, punto caldo per la Cgil. Noi, ha detto il sindacalista Cisl, abbiamo tante esperienze, possiamo procedere passando dalle ideologie alle prassi sindacali. E vale anche per la contrattazione integrativa dove l’obiettivo è quello prima di estendere e poi di qualificare il secondo livello. L’intenzione della Cisl è quella di procedere con attenzione, badando anche alle possibili innovazioni organizzative, facendo tesoro delle passate sperimentazioni.
Un passo decisivo può essere quello per il salario, dove tutti sanno ci sono le maggiori aspettative tra i lavoratori. Il problema nasce dal fatto che l’inflazione è caduta, per cui, ha detto Spiller, per tre anni non ci si può aspettare di avere più di quanto si è ottenuto in passato per due soli anni. Le simulazioni per il primo contratto in scadenza, quello per le lavanderie industriali, al 30 giugno, dicono che con il sistema del 93 si poteva sperare di avere 73-75 euro, con il sistema fissato il 22 gennaio di quest’anno tra i 92 e i 94 euro, con l’Ipca tra i 112 e i 115. Ma, ha sottolineato con forza, la richiesta deve essere determinata non da meccanismi, quanto dalla realtà economica nella quale ci muoviamo. . Per questo ha detto che le parole d’ordine saranno due: serietà e buon senso.
Massimo Mascini
7 maggio 2009
























