Il 20 e 21 dicembre il voto dei lavoratori ha approvato l’accordo integrativo siglato all’inizio del mese scorso tra i sindacati dei metalmeccanici Fim, Fiom e Uilm e il Gruppo Engineering: uno dei principali attori del settore digitale e Ict, con 15 mila dipendenti e sedi sparse tra l’Italia e altri paesi. L’intesa, in un settore innovativo e strategico per l’ammodernamento di tutto il paese, è stata raggiunta dopo un anno di confronto e porta alcune novità interessanti, tra cui il fatto di essere per la prima volta estesa alle varie società del gruppo, a differenza che in passato. Nel complesso, si tratta di un accordo che tiene insieme aspetti economici e normativi, senza tralasciare welfare, formazione e risvolti sociali, come il contrasto alla discriminazione di genere. Giovanna Petrasso, segretaria della Fim Cisl che ha seguito la trattativa nel gruppo, intervistata dal Diario fa il punto sull’accordo.
“La storia delle relazioni industriali in Engineering – afferma Petrasso- è segnata da un prima e un dopo. Per una lunga fase c’è stata una gestione molto tradizionale del gruppo da parte del management. Questo ha avuto ripercussioni anche sui rapporti con il sindacato e la disponibilità dell’azienda ad ascoltare le richieste dei lavoratori. Il cambio di passo si è avuto con la nuova governance e il nuovo Ad Maximo Ibarra, nominato il 1° ottobre 2021”.
Quali sono i punti più qualificanti dell’intesa siglata a dicembre?
Intanto, devo dire che abbiamo trovato positivo soprattutto l’approccio: c’è stata finalmente da parte dell’azienda la volontà di ascoltare e di condividere alcuni punti importanti, come l’organizzazione del lavoro e temi di particolare rilievo sociale come il gender gap e work life balance.
Il gender gap, ossia la penalizzazione della componente femminile nel mondo del lavoro, è uno dei temi più caldi e discussi di questi ultimi tempi. Nello specifico cosa avete ottenuto?
In Engineering c’è una popolazione lavorativa molto giovane, composta da ingegneri informatici altamente qualificati, che sono però in larga parte uomini. Un primo punto, dunque, è quello di avere una maggiore presenza femminile in fase di reclutamento e poi dare alle donne le stesse possibilità di carriera. Vista l’età molto bassa, l’accordo rafforza i permessi per una migliore conciliazione vita-lavoro, sia per accudire i figli sia per chi è caregiver. Per esempio, la retribuzione per il congedo parentale facoltativo viene integrata fino all’80% per la durata di un mese oltre a quanto previsto dalle norme vigenti, e il congedo obbligatorio di paternità viene esteso di ulteriori 5 giorni oltre ai 10 giorni previsti dalla legge. Questo è un segnale importante dal punto di vista del riequilibrio di genere e che va nella direzione di un maggior coinvolgimento anche dei padri nella distribuzione del lavoro di cura.
Nell’intesa ci sono parecchi punti a favore di una migliore conciliazione tra tempi di vita e di lavoro: altro tema caldo che non riguarda solo le donne, ma tutti i lavoratori, soprattutto se giovani.
Esatto. È stato aumentato il permesso retribuito per malattia del figlio, pari a 8 ore annue per figli fino a 14 anni di età, e i permessi per le visite mediche vengono aumentati a 24 ore annue estesi ai figli fino ai 18 anni d’età e anche ai genitori anziani. Inoltre, abbiamo istituito un contributo di solidarietà per gli eredi dei lavoratori deceduti in servizio per cause di malattia non professionale, pari ad una annualità della retribuzione, e aumentato i contributi per l’acquisto di testi scolastici. Sempre nell’ottica di migliorare il rapporto tra vita e lavoro, c’è anche la possibilità per i lavoratori di trasformare il premio di risultato non solo in beni e servizi, ma anche in permessi di tempo libero.
Sull’organizzazione quali novità porta l’intesa?
Sono state istituite delle commissioni paritetiche che, tra i tanti obiettivi, hanno anche quello di rivedere l’inquadramento. Un punto che riteniamo di grande centralità perché è importante arrivare alla definizione di nuove professionalità, più in linea con quelle che sono oggi le competenze presenti nel settore delle ICT. Nel dettaglio, abbiamo adesso le commissioni paritetiche su pari opportunità, inclusione e diversità, inquadramento, formazione professionale e il comitato consultivo di partecipazione.
Per la Cisl la partecipazione, in particolare, è un tema centrale, considerando la vostra legge per dare piena attuazione all’articolo 46 della Costituzione.
Assolutamente sì. Anche se in Italia siamo ancora in una fase embrionale e non matura, come in Germania, tant’è che come CISL abbiamo raccolto più di 400 mila firme per sottoporre al Parlamento una legge in materia. Riteniamo che il comitato consultivo sulla partecipazione che abbiamo introdotto costituisca un passo in avanti importante, in particolare per una azienda come Engineerging, che punta a guidare la transizione tecnologica.
Ci sono aspetti sui quali si poteva ottenere di più? Qualche rammarico?
Sicuramente sull’aspetto economico. C’è un aumento del valore base del premio di risultato del 50%, che è importante, ma poteva essere potenziato. E poi si, c’è il nostro rammarico per quanto concerne lo smart working. Al momento le giornate a disposizioni per ogni dipendente sono 144 su base annua. Non sono di per sé poche, ma lo smart working è ormai strategico per aziende come Engineering e sarebbe stato positivo e utile ridiscuterlo anche nella fase di rinnovo del contratto aziendale, considerato anche i trend aziendali che vanno sempre più in tale direzione. La nostra richiesta era di arrivare a una gestione più flessibile e derogare a questo limite, dove le condizioni lo permettevano, per rendere ancora più incisiva la spinta al miglioramento delle condizioni di lavoro.
Ma in ogni caso, tirate tutte le somme, il risultato è positivo?
Certamente. L’intesa raggiunta, oltre che portare importanti e sostanziali novità sul piano normativo e salariale, rappresenta un fondamentale passo avanti in termini di relazioni industriali partecipate con uno dei principali gruppi italiani del settore del digitale e Ict che ci permetterà di impostare nel futuro altri miglioramenti per i lavoratori.
Tommaso Nutarelli