Nel 2021 è “forte” il “rimbalzo” del Pil italiano, nonostante la frenata a fine anno causata da scarsità di materiali e nuovi contagi e il 2021 potrebbe chiudersi con un Pil “al +6,3/6,4%”. E’ quanto si legge nella Congiuntura flash di novembre del Centro studi di Confindustria.
“Grazie al robusto rimbalzo del terzo trimestre e ai dati migliorati per il primo, il 2021 potrebbe chiudersi con un Pil italiano al +6,3/6,4%, più di quanto previsto in ottobre. Si tornerebbe – si legge – al livello pre-Covid nel primo trimestre 2022, risultato non scontato visti i mancati recuperi nelle crisi precedenti”.
Nel quarto trimestre, però, conclude il Csc, “si sta delineando l`atteso rallentamento, per la scarsità di materie prime e semilavorati e la risalita dei contagi in Italia e in Europa, che fanno perdurare l`alta incertezza”.
A trainare il rimbalzo sono i consumi privati che sono stimati in ulteriore risalita nel III e IV trimestre. I margini di recupero, secondo il Csc, sono ampi: “la spesa in servizi è ancora compressa; così come le immatricolazioni di automobili, che stanno recuperando, ma in misura parziale rispetto al crollo del 2020 (+12,8% fino a ottobre, dopo -30,9%); resta da spendere una parte dell`extra-risparmio accumulato nel 2020”. Inoltre, la fiducia dei consumatori a ottobre-novembre è “diminuita poco, rimanendo alta; e gli ordini dei produttori di beni di consumo hanno recuperato ancora. Viceversa, gli alti prezzi dell`energia fanno da freno”.
Quanto agli investimenti crescono ancora. Gli ordini interni per i produttori di beni strumentali restano su un buon livello a novembre. Perciò gli investimenti, già oltre i valori pre-crisi, sono stimati in espansione nel III e nel IV trimestre, anche in macchinari e attrezzature. Agisce da freno il rincaro delle commodity, che comprime margini e cash flow delle imprese.
Positivo, invece, che i tassi restino ai minimi, grazie alla Bce iper-espansiva: il BTP è a 0,92% a novembre, il costo del credito in Italia a 1,2%.
Frena infine l`export italiano di beni. A settembre ha registrato un calo, dopo tre mesi di salita. Nella media del III trimestre la dinamica è quasi piatta a prezzi costanti (+0,1%). La performance resta molto eterogenea tra settori e mercati: pesa la caduta nei mezzi di trasporto; deboli le vendite verso Regno Unito e, di recente, Svizzera. Per il IV trimestre, gli ordini manifatturieri esteri (Istat e Markit) segnalano espansione.
Tuttavia, “ritardi e carenze nelle catene internazionali di fornitura, che già si riflettono in una battuta d`arresto degli scambi mondiali e un calo dell`export tedesco in agosto-settembre, rischiano di avere un impatto sull`export italiano anche negli ultimi mesi del 2021”, si legge.
E.G.