Crescita in affanno per l’economia tedesca che, stando a quanto riportato dall’Ufficio Federale Statistico, ha segnato appena +0,1% nel terzo trimestre dell’anno, dopo una contrazione dello 0,1% registrata nel secondo trimestre.
Su base annua, la crescita del Pil ha segnato un +1,2%, sostenuta dai consumi dei privati (+0,7% su base trimestrale) e dall’andamento del commercio estero (import +1,7% e export 1,9%); mentre le spese del governo sono salite, sempre su base trimestrale, dello 0,6%.
Sebbene la Germania abbia evitato la recessione per un soffio, il membro del Consiglio direttivo della Bce, Jens Weidmannì, nonché numero uno della Bundesbank, ha ribadito la necessità, da parte dei governi, di avviare riforme strutturali, sottolineando che gli interventi di politica monetaria espansiva della Bce “possono influenzare la domanda nel breve periodo”, ma “non possono migliorare in modo permanente le prospettive di crescita”.
Weidmann ha inoltre precisato che la Bce potrebbe dover fronteggiare alcune limitazioni legali, nel caso in cui si ostinasse ad andare avanti con misure aggiuntive anti-deflazione.