Senza imprese “non c’é sviluppo”; le piccole e medie imprese chiedono,  quindi,  alla politica “di fare dello sviluppo la propria bussola perché  lo sviluppo non  é né di destra, né di sinistra”. E’ l’auspicio del  presidente della Piccola  Industria di Confindustria, Vincenzo Boccia,  che invita “le migliori forze e  professionalità del Paese” a mettere a  punto “un grande progetto, comune e  condiviso”. Secondo il presidente  della Piccola Industria, inoltre, serve “una  politica economica e  industriale di medio termine che, riconoscendo le imprese  come fattore  di sviluppo, le supporti nel processo di cambiamento imposto dai  nuovi  scenari”.  Occorre ancora, a suo giudizio, una legge costituzionale che  vieti i condoni fiscali perché “l’evasione, la  contraffazione, il  sommerso é concorrenza sleale. E chi fa concorrenza sleale  mette in  ginocchio il Paese”. 
 La Piccola Industria sollecita anche il  governo a varare una totale detassazione e decontribuzione dei premi di  risultato, a prescindere dai  tetti e dall’ammontare dei salari. “Questo  – ha sottolineato Boccia –  permetterebbe di spingere il Paese e le  imprese verso attività capital intensive  e non labour intensive che  saranno sempre più dominio dei Paesi con costi di  manodopera molto  bassi”.
Le pmi ribadiscono la necessità di una riforma fiscale  e  chiedono anche un supporto all’internazionalizzazione; destinare il 5%,  ossia  oltre 3 miliardi di euro, del risparmio gestito dai fondi  pensione alle piccole  e medie imprese; lasciare il tfr inoptato nelle  aziende con più di 50  dipendenti, snellimento burocratico.   (FRN)
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