Crescono nel 2015 i beneficiari degli incentivi all’occupazione, che si attestano, a livello nazionale, a circa 1,5 milioni, con un incremento del 55,7% rispetto al 2014 e su una spesa per incentivi nazionali pari ad oltre 5,1 miliardi di euro nell’anno in esame. I dati sono contenuti in uno studio della Uil.
L’aumento è legato, principalmente, all’esonero contributivo per le assunzioni/trasformazioni a tempo indeterminato introdotto dalla Legge di Stabilità 2015, con una spesa complessiva che nel periodo è stata pari a circa 28 miliardi di euro, con una media annua di circa 7 miliardi di euro.
“I dati, inoltre, dimostrano come più la misura di politica attiva è incentivante in termini di abbattimento del costo del lavoro, maggiore è la propensione ad un suo utilizzo – si legge nello studio -. Sembrerebbe un’affermazione lapalissiana, se non nascondesse uno dei fattori di input alla creazione di occupazione: la necessaria riduzione del cuneo fiscale e previdenziale.”
Ne è un esempio il fatto che, nel corso del 2015, l’incentivo con la maggiore incidenza di beneficiari sia stato l’esonero contributivo totale e triennale (maxi decontribuzione), previsto dalla Legge di Stabilità 2015, così come, la constatazione, attraverso i dati, che negli anni precedenti l’introduzione di tale incentivo, la misura con la più alta incidenza di beneficiari coinvolti sia stata l’apprendistato che, tra tutti i rapporti di natura subordinata è, da sempre, quello più vantaggioso da un punto di vista economico, per le aziende.
Dall’analisi delle misure che nel corso del 2015 hanno registrato il più alto numero di beneficiari troviamo: l’esonero contributivo per le assunzioni a tempo indeterminato (circa 653 mila beneficiari), l’apprendistato (circa 411 mila beneficiari), gli incentivi connessi alle assunzioni agevolate di disoccupati o beneficiari di CIGS da almeno 24 mesi (oltre 219 mila), gli incentivi per le trasformazioni a tempo indeterminato di contratti di apprendistato (circa 75 mila) e gli incentivi per le assunzioni agevolate di lavoratori iscritti nelle liste di mobilità (oltre 42 mila beneficiari).
Altro dato che emerge dallo studio, è che il maggior utilizzo degli incentivi ha visto come beneficiari gli under 29 nel periodo 2011-2014, con un’inversione di tendenza nel 2015.
Per contro, come si diceva, tutto questo ha un costo. Nel triennio 2014-2017 la spesa per incentivi all’occupazione ammonta a 27,7 miliardi di euro, cosi’ ripartiti: nel 2014 la spesa è stata di 3,7 miliardi di euro; nel 2015, anno in cui entra in vigore il Jobs Act ma sopratutto l’esonero contributivo triennale e pieno inserito nella legge di stabilita’ 2014, il costo è stato di 5,1 miliardi di euro; nel 2016, anno in cui si aggiunge l’esonero contributivo biennale al 40%, il costo aumenta a 8,4 miliari di euro per effetto del cumulo dei 2 esoneri; per arrivare ai 10,4 miliardi di euro di spesa preventivata per il 2017.