Secondo la Confcommercio, il disagio sociale è raddoppiato negli ultimi 5 anni. Sia il numero dei disoccupati (3 milioni 189 mila persone) che degli occupati è rimasto pressoché invariato. I dati sono stati elaborati grazie al “Mic” (Misery Index Confocommercio) un nuovo indice, elaborato dalla Confcommercio. Il “Mic” andrà a sostituire il vecchio indice ”Mi” (Misery Index), ideato dall’economista Arthur Okun negli anni ’70, anche se, per la Confcommercio, il “Mi” è una misura in effetti grezza, ma efficace “per catturare le difficoltà economiche e la perdita del potere di acquisto”.
Il Misery Index tradizionale è stato completato con altri elementi del disagio sociale, integrando alla disoccupazione ufficiale la cassa integrazione e gli scoraggiati, cioè chi non ha un lavoro ma lo ha cercato almeno una volta negli ultimi 3 mesi. La somma di questi elementi crea la “disoccupazione estesa”, che nell’ultimo trimestre è rimasta stabile al 16%.
In realtà, nell’ultimo mese il peso relativo dell’inflazione è diminuito di 0.2. Quindi è da considerare che la quasi totalità del disagio sociale sia imputabile alla disoccupazione. Oltre ai dati relativi all’occupazione, l’indice della Confcommercio considera anche il peso dell’inflazione. Ma non l’inflazione come la recepisce l’Istat, bensì quella che si riferisce alle richieste dei beni di alta frequenza di acquisto, quello che viene chiamato il “carrello della spesa”. Il Mic è stato messo a punto e presentato da Mariano Bella, direttore dell’ufficio studi di Confcommercio.